Gli angeli del fango. La politica ha messo gli occhi anche su di loro. Per scegliere i ragazzi che saliranno al Quirinale ormai a Genova si parla di sorteggi, di quote “riservate”. Mentre è bagarre tra i politici per decidere chi li accompagnerà sul Colle, magari presentandosi a favore di telecamera. Possibile? Sì, con le elezioni alle porte. E a Genova, dopo l’esito clamoroso delle primarie del Pd, non ci si può permettere di lasciare niente in mano all’avversario.

Il caso comincia con una lettera inviata il 24 novembre scorso da Enrico Musso (ex Pdl, oggi senatore e candidato di centro come sindaco di Genova) al capo dello Stato: “Ho chiesto a Giorgio Napolitano se fosse possibile ricevere al Quirinale alcuni dei ragazzi che hanno liberato le strade di Genova dal fango durante l’alluvione. Non mi aspettavo, però, che in mezzo all’agenda tanto fitta del presidente ci fosse posto anche per loro”. Nei giorni del disastro, Musso attraverso la sua fondazione Oltremare lancia un appello dalle pagine di Facebook e Twitter per la ricerca di volontari. “Hanno risposto circa 1.200 giovani che abbiamo provveduto a smistare laddove c’era bisogno sempre con l’ausilio del social network”. Inattesa, intanto ecco che giunge la risposta del presidente della Repubblica: l’appuntamento è fissato per il 17 febbraio. Semplice, verrebbe da dire. Ma in Italia, quando ci si mette di mezzo la politica, niente è semplice. Subito in città cominciano le polemiche. Non tra i ragazzi, si intende.

Il problema è che bisogna decidere chi salirà al Colle. Musso annuncia: “Faremo un sorteggio negli elenchi dei ragazzi che hanno partecipato. Gli ‘angeli’ non sono solo miei: gli appelli su Facebook si propagano velocemente”. Ribatte Renata Briano, assessore alla Protezione Civile della Regione Liguria: “Il sorteggio non mi pare una strada percorribile”. Il governatore Claudio Burlando chiosa: “Troveremo un modo”. Già, Claudio Burlando e il sindaco Marta Vincenzi (come ha scritto Vincenzo Galiano sul Secolo XIX) sembrano preoccupati che l’iniziativa assuma una connotazione di parte. Burlando commenta: “Quello di Napolitano mi pare un gesto simbolico molto bello, volto a testimoniare la gratitudine del Paese ai nostri ragazzi. Naturalmente la delegazione deve essere rappresentativa dei diversi gruppi”. Quali gruppi? Nessuno si era mai reso conto che tra gli Angeli ci fossero diversi gruppi. Briano lo spiega chiaramente: “Gli angeli del fango sono una realtà eterogenea, che comprende diversi gruppi: da quello che ci ha aiutato a organizzare la mostra aperta nel Palazzo della Regione a giovani vicini al Pd”.

Insomma, il concetto comincia a chiarirsi. Ci sarebbero Angeli Rossi e Angeli azzurri. Almeno così pare. Una preoccupazione che arriva a Roma, tanto che il Quirinale ci tiene a sincerarsi che nessuno metta il cappello sugli Angeli del Fango: “Fate in modo che non siano presenti solo i giovani di Oltremare”. Ma c’è un altro nodo da sciogliere: chi accompagnerà gli Angeli al cospetto del presidente? Cominciano le trattative, le telefonate, le polemiche. Alla fine l’assessore Briano si sfila. La delegazione politico-istituzionale sarà composta dal governatore Burlando, dal sindaco Vincenzi e dal senatore Musso.

Non senza mal di pancia, visto che è candidato alle comunali genovesi. “Per i ragazzi si è appena svolto il sorteggio. L’ho fatto con tanto di notaio e davanti ai giornalisti”, racconta Musso. Tecnicamente ineccepibile, ma forse un po’ malinconico. Aggiunge il senatore: “I posti dovrebbero essere dieci, ma noi ne abbiamo sorteggiato otto, due posti li ho riservati agli Angeli che sono stati scelti da Burlando”. Insomma, la quota del “centrosinistra” pare assicurata. Ma loro, i ragazzi, che cosa ne dicono? “L’impegno di tutti i volontari è stato trasversale”, senza distinzione di “estrazione sociale o fede politica. Visto che siamo già in clima elettorale, non vogliamo proprio che tutta la solidarietà e l’impegno impiegati in quei giorni possano diventare strumento politico. Ma soprattutto voglio segnalare a tutti i cittadini quel che sta avvenendo anche in questa circostanza: un sottile gioco politico più volte visto giocare. Quello della strumentalizzazione”, scrive Stefano Barilà, un Angelo del Fango.
E se per tagliare la testa al toro i politici se ne restassero tutti a casa? “Io sono pronto a non andare”, assicura Musso. Ma quell’incontro al Quirinale ha ormai un sapore un po’ amaro.

Il Fatto Quotidiano, 14 Febbraio 2012

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