Commissari per indagare sulle infiltrazioni della camorra negli enti locali. Li ha inviati la prefettura di Caserta nei comuni di Casal di Principe, Castel Volturno e Casapesenna. I primi due comuni sono senza amministrazione comunale già da diversi mesi. Casapesenna sarà commissariata entro oggi, perché ieri si sono dimessi tutti i consiglieri comunali, dopo l’arresto del primo cittadino, Fortunato Zagaria. Il sindaco è accusato di violenza privata nei confronti del precedente sindaco, Giovanni Zara, in concorso con il boss della camorra casalese, Michele Zagaria, di cui non è parente. Gli avrebbe “consigliato” di non partecipare a manifestazioni anticamorra, perché la cosa non era gradita al capo clan.

La commissione di accesso a Casapesenna è stata disposta in via d’urgenza dal prefetto di Caserta e ha un mese di tempo per svolgere le indagini necessarie a verificare se ci sono stati condizionamenti della camorra casalese. A Casal di Principe e Castel Volturno, invece, la Commissione avrà tempo tre mesi (prorogabili di altre 3 mesi) per svolgere il suo lavoro.

Il provvedimento del capo della Prefettura campana, Carmela Pagano, non giunge inatteso, perché nell’agro aversano le collusioni tra clan e politica sono sotto gli occhi di tutti. A Casal di Principe, il comune è stato commissariato nello scorso mese di novembre e sono finiti in carcere, tra gli altri, l’ex sindaco, insieme a consiglieri comunali, e provinciali. Nella stessa indagine è coinvolto anche l’ex sottosegretario Nicola Cosentino e il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro (quest’ultimo è accusato solo di violazione della normativa bancaria). A Castel Volturno sono finiti sotto indagine i due ex sindaci e alcuni amministratori comunali. Senza contare che dagli inizi di dicembre è in carcere l’ex sindaco di Villa Literno e consigliere regionale del Pd Enrico Fabozzi, ed è implicato in un’altra indagine anche l’ex consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro. Attenzioni vi sono anche sul Comune di San Cipriano di Aversa perché il sindaco, Anrico Martinelli è risultato essere il destinatario di un “pizzino” che un suo parente, peraltro omonimo e affiliato al clan dei casalesi, gli ha inviato per indicargli a chi far vincere gare di appalto. Martinelli è coniugato con Annarita Patriarca, sindaco di Gragnano, comune dove già è stata inviata la Commissione di Accesso per verificare gli atti amministrativi.

Intanto un collaboratore di giustizia affiliato alla camorra casalese, Roberto Vargas, ha rivelato ai magistrati della DDA l’esistenza di un patto della camorra di Casal di Principe con al Qaeda per far uccidere i magistrati napoletani, primo fra tutti Federico Cafiero de Raho, Pm nel processo “Spartacus”, dove vennero condannati all’ergastolo i principali esponenti della camorra casalese. Il patto sarebbe stato stipulato da Nicola Schiavone, il figlio di Francesco “Sandokan”, che avrebbe assicurato supporto logistico e finanziamenti in cambio di attentati contro i magistrati della Dda. Nicola Schiavone è stato arrestato il 15 giugno 2010 e il piano non è andato in porto, ma i contatti tra camorra casalese e ambienti vicini ad al Qaeda, sarebbero ancora attivi.

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