In alcuni recenti articoli ho cercato di spiegare cosa sono le Correnti della magistratura e quanto danno le cagionano. In particolare – ho detto – il problema è che le Correnti si sono impadronite del Csm creando una strada professionale parallela: i magistrati prima si fanno strada nel mondo correntizio e si fanno eleggere ai vertici dell’Associazione Nazionale Magistrati (che è integralmente occupata dalle Correnti). Da qui transitano, attraverso elezioni egemonizzate dalle correnti, al Csm che, alla fine, è composto esclusivamente da correntocrati. Così la vita e la carriera dei magistrati, che in realtà dovrebbero essere gestite dal Csm in maniera autonoma e indipendente, nella pratica sono gestite dalle Correnti con metodi clientelari: i loro aderenti sono appoggiati a prescindere; gli altri sempre meno bravi, meno laboriosi, meno tutto.

Così è andata per 30 anni circa. Ma adesso c’è una novità. Bella. Alcuni magistrati (solo 5, sob!) si sono presentati alle prossime elezioni per le cariche di vertice dell’Associazione Nazionale Magistrati con una lista autonoma. Si sono chiamati proposta B e sostengono che nessun magistrato che occupa o ha occupato posti di vertice nell’Anm può essere eletto al Csm se non dopo 5 anni dalla cessazione della carica. I magnifici 5 (peccato non siano 7), già che c’erano, hanno aggiunto al loro programma qualche prelibatezza: lotta al clientelismo delle Correnti, attività sindacale nell’interesse dei magistrati (questo dovrebbe fare l’Anm che, in buona sostanza è un’associazione di categoria), sorveglianza critica nell’attribuzione degli incarichi extragiudiziari (i magistrati che diventano uomini di fiducia dei politici). E si sono impegnati a non concorrere, né oggi né mai, al Csm e a continuare a spalare fascicoli vita natural durante.

Naturalmente alle Correnti sono venuti i sudori freddi: tutto il sistema rischia di crollare e carriere parallele costruite con tanta fatica vanno a… E, nella propaganda elettorale di questi giorni (le elezioni ci saranno questo fine settimana), stanno spiegando che questa proposta B non è altro che una Corrente mascherata; e che, comunque, le Correnti sono una cosa buona e giusta perché sono piene di magistrati onesti, indipendenti e lavoratori. E, a riprova, citano nomi di colleghi che, obiettivamente, di meglio non ce n’è. Proposta B risponde che una Corrente è un gruppo organizzato, con organi di vertice, statuti e disciplina interna; il che è il presupposto per fare quello che fa, cioè canalizzare i voti dei suoi aderenti lì dove serve per ottenere consenso; invece loro sono 5 gatti che vanno ognuno per conto suo, senza strutture e senza obblighi: l’unica cosa che li accomuna è la lotta al clientelismo. E, sui colleghi correntizi onestissimi, concordano che nessuno può discutere il loro valore professionale ed etico.

Solo che purtroppo nessuno di loro in, 30 anni, è riuscito a cambiare il sistema. Le Correnti luogo di clientelismo erano e sono rimaste luoghi di clientelismo; anzi sono peggiorate. Segno evidente che i giusti sono stati sterilizzati dai correntocrati: non ce l’hanno fatta. E quindi bisogna cambiare sistema. Le Correnti tornino ad occuparsi di cultura, etica e giuridica, e degli interessi della categoria che rappresentano. E lascino perdere l’autogoverno della magistratura, il Csm, organo costituzionale che non può, non deve, essere teatro di inciuci e clientele. Speriamo bene.

Il Fatto Quotidiano, 10 febbraio 2012

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