Con una prospettiva di surplus di bilancio di 5 miliardi di dollari in tre anni, la provincia canadese dell’Alberta si pone al mondo come la nuova Terra Promessa, l’Eldorado in grado di rilanciare una nuova “Corsa a Ovest”, come ha giustamente titolato Il Corriere Canadese di ieri.

Per molti italiani l’Alberta è solo uno Stato presente sulla cartina del Risiko! da dove si possono attaccare i Territori del Nord Ovest e diverse altre aree in Nord America. Eppure, forse anche a partire da quel quarto d’ora di fama guadagnato in mezzo mondo grazie al gioco da tavola ben noto ai nati degli anni Settanta, la Provincia dove sorgono le città di Edmonton e Calgary si è messa a fare dannatamente sul serio.

Sono infatti usciti i primi dati del censimento canadese del 2011, e la forza economica di questa provincia ricca di praterie coltivabili e petrolio è venuta fuori oltre le più rosee aspettative: boom demografico con un +10,8% di popolazione rispetto al 2006 (a fronte dell’aumento del 5,9% della popolazione canadese, arrivata a 33,5 milioni di abitanti) che si traduce in un aumento di circa 350.000 abitanti, per un totale di 3.645.257 sparsi su una superficie di 640mila chilometri, più del doppio dell’Italia. Il Pil pro-capite dell’Alberta è stato pari, nel 2006, (a giorni usciranno i dati del 2011) a 74.825$, quando la media canadese è di 46.441$. La previsione di crescita economica del Pil provinciale è del +3,8% per il 2012, circa il doppio della previsione di crescita di Usa e Canada. Le entrate erariali pari a 40,3 miliardi di dollari, dei quali il 75% è dedicato ai servizi alla salute, all’istruzione e ai servizi umani. E le previsioni parlano di una prospettiva di aumento delle entrate fino a 11 miliardi di dollari in tre anni, il tutto senza alzare di un centesimo le tasse.

La provincia del miracolo economico ha una premier donna e centrista: Alison Redford, la prima nella storia di queste terre, alla guida di una maggioranza assoluta monocolore di 67 seggi su 83. La premier ha approvato una legge di bilancio che prevede la spesa di milioni di dollari in favore dell’istruzione pubblica, della salute e dei servizi alla famiglia (fra cui un salario minimo di 400$ mensili a tutti gli handicappati gravi), il tutto senza dover alzare le tasse o tagliare altre spese. I nuovi fondi serviranno ad aprire nuove scuole e università, a garantire migliaia di nuove borse di studio per un totale di 500 milioni di dollari, a costruire nuove strade (e a tenerle libere dalla neve, qui spesso presente) e a espandere la copertura sanitaria per tutti.

Il governo della signora Redford sta di conseguenza creando migliaia di posti di lavoro, assumendo nuovi poliziotti, dando impulso alla ricerca scientifica (+300 milioni di dollari), segnando una rinascita delle infrastrutture. L’Alberta vuole attirare i migliori ricercatori, i migliori studenti, e ha i mezzi per investire su di loro pesantemente. “I cittadini dell’Alberta vogliono che la nostra classe dirigente faccia di questa terra una meta per tutto il mondo“, ha dichiarato al Globe and Mail il locale assessore al Tesoro Doug Horner, “il nostro sguardo deve essere rivolto all’esterno, non solo all’interno.

In tutta questa rosea cornice economica e finanziaria, l’unico posto di lavoro che potrebbe essere a rischio è però proprio quello della premier. Tra due mesi, infatti, si terranno le elezioni provinciali, e la Redford è minacciata sia da sinistra che da destra. Alla sua sinistra, il Partito Neodemocratico di Raj Sherman, favorevole ad aumentare le tasse alle imprese e ai privati più benestanti; alla destra il nuovo partito della Rosa Selvatica, una formazione nata nel 2007 che si colloca alla destra del Partito Conservatore, che vuole tagliare le spese e le tasse a tutti. Se però varrà anche a queste latitudini il vecchio e sacro detto statunitense “It’s the economy, stupid!” sembra proprio che la premier Redford possa dormire sonni tranquilli.

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