Adriano in posa con tanto di mitra

Luccicavano gli occhi ai tifosi dell’Inter dopo aver visto il giovane brasiliano Adriano Leite Ribeiro, nell’agosto 2001 al Santiago Bernabéu, scagliare una sassata nella porta del Real Madrid. Immaginavano un nuovo fenomeno su cui sperare, pronto a trascinarli verso i trionfi che in quegli anni mancavano. Dopo oltre dieci anni la storia è nota: nessun trionfo per il brasiliano, che tranne nella stagione in prestito a Parma e nei primi due anni in nerazzurro, ha fatto parlare di sé solo per le bravate extracalcistiche e per il suo difficile rapporto con l’alcol. Infatti, neanche le ultime notizie che arrivano dal Brasile sul conto dell’Imperatore riguardano goal o giocate: la dirigenza della sua squadra, il Corinthians, ha deciso di ‘rinchiudere’ l’attaccante in albergo, vietandogli ogni uscita, per mantenerlo in regime di dieta ferrea e fargli recuperare il peso forma, allo stato lontano (pesa oltre 100kg).

Tentativi che proseguono da tempo e con un filo conduttore principale: eliminare l’alcol dalla dieta di Adriano. Sembrava che l’Imperatore, per un periodo, ci stesse provando sul serio, sostituendo i bicchierini con il caffè, salvo poi scoprire che fosse solo un astuto escamotage: nelle tazzine l’attaccante nascondeva birra, provocando le ire del presidente del Corinthians, Sanchez, che dopo ave smascherato il trucco aveva dichiarato: “Se non riesce a rinunciare alla birra, che beva tranquillamente dalla lattina senza nascondersi. Anzi, gli consiglierei di bere whisky, che fa ingrassare ancora di più”.

Una passione antica, quella tra l’attaccante e gli alcolici, dai tempi delle foto che lo ritraggano svenuto sul tavolino di un locale e delle testimonianze di avventori della discoteca Hollywood, che nel periodo milanese era diventata quasi una casa per il brasiliano. Una schiavitù raccontata dallo stesso Adriano, in un outing su una rivista brasiliana: “Dopo la morte di mio padre, curavo la depressione con l’alcol e bevevo tantissimo, soprattutto birra”. E ha fallito miseramente chi ha provato a tirar fuori l’Imperatore dal suo regno di donne, discoteche e alcol: prima Mancini, che lo spediva a dormire in infermeria quando l’attaccante pretendeva di passare dalla discoteca al campo d’allenamento senza andare a letto; poi Mourinho, che dalla ferma intenzione di recuperarlo a suo modo (“Gli basta dormire – dichiarava – e vivere a pane e acqua”) passava alla rassegnazione, cacciandolo dalla Pinetina vedendolo per l’ennesima volta ubriaco.

Seguiva il ritorno in Brasile: dopo la rescissione del contratto con l’Inter e propositi di abbandonare il calcio, Adriano ci riprova, col Flamengo, segnando quattro goal in poche giornate. Ma anche in questo caso le buone notizie che arrivano dal campo vengono offuscate dalle bravate (o peggio) dell’attaccante: si vocifera di suoi rapporti con un narcotrafficante della favela di Villa Cruizero, Fabiano Atanasio. Dopo il sequestro di mille dosi di crack con il volto di Adriano stampato sulle bustine, la polizia brasiliana indaga su un prestito di 25 mila euro del brasiliano ad Atanasio e compaiono delle foto di una festa nella favela che ritraggono l’attaccante impugnare un mitra (giocattolo secondo il procuratore) e riprodurre il simbolo della Facçao Vermelha, organizzazione criminale di Rio.

Intanto arriva un’altra chance dall’Italia: l’Imperatore viene chiamato dalla Roma, ma, anche a causa di alcuni infortuni, non trova spazio. Nell’arco della stagione viene scagionato per insufficienza di prove dalle accuse di legami con i narcos ma perde la patente per il rifiuto di sottoporsi all’alcol test, in Brasile. L’esperienza romanista si chiude a marzo, di nuovo con la rescissione contrattuale, e arriva il trasferimento al Corinthians. Anche qui gli infortuni sono tanti, così come le bravate (guai a chiedere di rinunciare alla discoteca) e gli episodi misteriosi: mentre è in automobile, nel dicembre scorso, parte un colpo di pistola che ferisce una delle ragazze che lo accompagnano. Accusato di aver sparato, l’attaccante viene poi scagionato dalla stessa ragazza, che ritratta e confessa di aver fatto fuoco accidentalmente, mentre giocava con la pistola. In una stanza d’albergo, con lo staff del Corinthians a vigilare, probabilmente Adriano ripenserà a tutto questo, a una carriera che avrebbe potuto riservargli fiumi d’inchiostro, ma finita in fiumi di birra.

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