Secondo l’Alemanno-pensiero la prima iniziativa da prendere, all’insorgere della neve, se cala la temperatura e l’acqua si fa ghiaccio, è una sola: chiudere le scuole. Di tutti gli ordini e gradi. Perché, si sa, il bimbo, se fa freddo, deve stare con la mamma. E se la mamma lavora? Dove lo mette, il bimbo? Lo porta in fabbrica, in ufficio, in negozio? eh no, che lì disturba. Lo lascia da solo e si macera nell’ansia? Resta lei stessa a casa? Buona idea, tanto le donne lavorano per svago, per hobby, per femminismo, mica per guadagnare soldi. E la carriera? Quella la perseguono soltanto le single col tailleur e senza figli.

Se piove o tira vento, tutti i cuccioli a casa, dunque! Roma si sta godendo il suo secondo periodo fascista. E si vedono i risultati: in parole, opere e, soprattutto, omissioni. Il camerata sindaco, fedele, nei toni burbanzosi, al “moschetto”, inclina, come da tradizione, a chiudere “il libro”, tenendo la cultura in gran sospetto. L’istruzione non è obbligo, né diritto, è attività secondaria e ottativa, da praticare quando fa bel tempo. La donna non è pari all’uomo, non è da intendersi come cittadina, titolare di diritti sanciti dalla Costituzione. La donna deve stare nelle sue tre C: casa chiesa e cucina. Eventualmente casino, dovesse tornare di moda Berlusconi.

Il Fatto Quotidiano, 10 febbraio 2012

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