Se il Pdl a Parma si rituffa nel passato affidando il partito a Paolo Buzzi, vice del vecchio sindaco Pietro Vignali costretto a lasciare per gli scandali in Comune, in giro per l’Emilia Romagna non sembra andare molto meglio.

Un altro caso a suo modo emblematico è quello che si sta consumando dalla parte opposta della regione, a Rimini. Dopo quasi vent’anni al timone, il numero uno berlusconiano Marco Lombardi, tuttora consigliere regionale e vero capo del partito d’intesa con il deputato leccese ex Psi Sergio Pizzolante, ha scelto e lanciato come successore un nome forse più noto sotto la Madonnina che in riviera: Maurizio Miserocchi.

Il congresso riminese dei pidiellini si terrà domenica 12 febbraio (c’è odore di ennesimo rinvio, questa volta causa maltempo), ma la competizione tra candidati esiste solo sulla carta. Miserocchi, infatti, è stato blindato e i giochi sono già fatti da un pezzo. Bello o brutto, il suo curriculum non è banale. Nato ormai 45 anni fa a Rimini, entrato in Forza Italia nel 1996, ciellino doc, Miserocchi ha passato l’ultimo decennio prima in Consiglio provinciale, come capogruppo, e poi in Consiglio comunale a Rimini. Soprattutto in tempi recenti, però, i colleghi (anche di partito) lo ricordano come piuttosto assente, disponibile solo per gli scampoli di seduta. Per forza.

Miserocchi è stato responsabile fundraising di San Patrignano fino alla fine della gestione targata famiglia Muccioli, pochi mesi fa. Con l’ex numero uno della discussa comunità Andrea Muccioli, Miserocchi ha sempre avuto ottimi rapporti, tanto da diventare il suo braccio destro al vertice del ‘regno’ di Coriano. Per Sanpa il coordinatore in pectore del Pdl si è occupato di raccolta fondi, programmazione di eventi e relazioni esterne. Non solo. Miserocchi è stato dirigente della San Patrignano Basket ma anche show manager del “Challenge Vincenzo Muccioli” (il concorso ippico internazionale dedicato alla memoria del fondatore della comunità), ogni anno trovando le risorse milionarie per sostenerlo.

Questo fino alla scorsa estate, quando gli azionisti Letizia Moratti e il marito Gianmarco hanno deciso di decretare la fine dell’era Muccioli, allontanando dalla gestione della comunità l’ex plenipotenziario Andrea dopo i bilanci da profondo rosso degli ultimi anni (più di 13 milioni di euro di perdite nel periodo 2004-2009, esercizio 2006 con 1,78 milioni di utili grazie a partite straordinarie dovute a dismissioni pari a 1,4 milioni di euro). Così, anche Miserocchi è caduto. Lui, però, il ben servito dai Moratti l’aveva ricevuto prima di Muccioli.

L’ex sindaco di Milano, infatti, decise di licenziare il suo consulente politico dopo il primo turno delle amministrative 2011 perso contro l’allora sfidante Giuliano Pisapia. Nelle ore in cui la Moratti richiamava a corte gli artefici della campagna elettorale vittoriosa del 2006 e di quella per l’Expo, il primo a essere messo da parte fu proprio Miserocchi. E pensare che proprio tra le colline di Sanpa Letizia iniziò ad apprezzare le idee di Fabrizio (amico di suo figlio Gabriele). Addirittura, dopo un Meeting di Comunione e Liberazione di un paio d’anni fa a Rimini, cui la Moratti non a caso partecipò, Miserocchi iniziò a recarsi a Milano tutte le settimane per dispensare consigli all’allora sindaco su come conquistare i giovani in vista delle sfide elettorali che si prospettavano all’orizzonte.

Solo ricordi, ormai. Miserocchi oggi promette d’occuparsi, una volta che sarà eletto, a tempo pieno del Pdl riminese. L’ex fundraiser ha detto sabato presentando la sua lista di candidatura: “Starò a Rimini, poi se come consulente ogni tanto dovrò andare un giorno a Milano, niente di male”. A Milano, a fare cosa questa volta non si capisce bene. A Milano, dove il suo amico Muccioli stava per entrare in una Ausl come super consulente dei progetti anti-droga ma venne “sospeso” dalla Giunta presieduta del governatore Roberto Formigoni, che sotto il pressing delle opposizioni dovette smentire (“Nessuna nomina all’orizzonte”).

Intanto, a Rimini è già caos. In vista del congresso, è il candidato ex Msi Gioenzo Renzi (che lancia una lista con la consigliera provinciale Marina Mascioni) a creare nuove grane parlando di “tesseramento strumentale” e spiegando: “Per il congresso gli iscritti sono aumentati in un mese di 1.500 unità, da 901 del 2010 a 2.402 del 2011, mentre 348 iscritti del 2010 non hanno rinnovato la tessera. E solo 160 iscritti di An, su 1.000 del 2008, si sono iscritti al Pdl”. Renzi, però, infierisce anche sul personale: “Miserocchi? Poca presenza e motivazione, mentre la costruzione della sua lista è avvenuta senza neanche aver preso l’iniziativa di informare gli uomini rappresentativi dell’area di provenienza An”.

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