Niccolò Amato era il direttore delle carceri mentre si scriveva la pagina più nera della prima Repubblica: dalle stragi del biennio ’92-’93 alla trattativa tra Stato e mafia, quando il carcere duro per i boss divenne merce di scambio. L’ex capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) racconta davanti ai microfoni della trasmissione di Michele Santoro, Servizio Pubblico, la sua verità e fa riemergere ricordi a lungo sopiti, sostanziati da documenti destinati a mettere in imbarazzo alcuni tra i più importanti protagonisti del tempo, come gli ex ministri della Giustizia Claudio Martelli, Giovanni Conso e dell’Interno Nicola Mancino. In un documento del 6 marzo 1993, Amato consigliò di far scadere i decreti apllicativi del 41 bis per poter “sostituire il decreto del ministro con una legge dello Stato”.

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che l’Ue non ci ha mai chiesto

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