L’accordo sulla legge elettorale non c’è. A decretarlo la Conferenza dei capigruppo in Senato da cui è emerso che non c’è  intesa tra i gruppi parlamentari neppure su quale ramo del Parlamento debba occuparsi della riforma. Il leader Pd Pier Luigi Bersani ha proposto che le conferenze dei capigruppo di Camera e Senato si riuniscano congiuntamente per tracciare “un percorso temporale” per stabilire chi faccia che cosa. Per Bersani – a Tunisi per una visita ufficiale – sulla riforma il governo “deve dire una parola chiara”.

Ieri il Pdl aveva inaugurato una serie di incontri con gli altri partiti iniziando da Pd e Lega. Incontri che hanno mandato su tutte le furie l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro che li ha bollati come “da sottoscala” alludendo all'”inciucio” tra Popolo della libertà e Partito democratico che si starebbe consumando all’oscuro degli elettori (leggi la cronaca di ieri). Anche perché dal fronte Pdl c’è chi come Licia Ronzulli comincia a ipotizzare una nuova legge elettorale con uno sbarramento all’8%. Abbastanza alto per far fuori l’Idv. Forse non per la Lega, che sarebbe comunque sempre sulla graticola. Del resto, Pd e Pdl sulla carta hanno insistito sulla necessità di salvaguardare il bipolarismo e, soprattutto, di ridare ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti in Parlamento, il che tuttavia non presuppone necessariamente, precisa il Pdl, l’introduzione delle preferenze, sulle quali pesa il veto del Carroccio.

Un veto che anche oggi è tornato a farsi sentire: ”Se vogliono cambiare la legge, la cambiano. Per noi prima bisogna diminuire il numero dei parlamentari”, ha premesso il leader del Carroccio Umberto Bossi che rispondendo ai cronisti sulla possibile nuova intesa tra Pdl e Lega alle amministrative, ha lanciato un chiaro messaggio: “In Lombardia il consiglio nazionale ha detto no e così anche nelle altre regioni”. Insomma, il nuovo patto tra i due partiti che finora hanno formato la maggioranza in Parlamento, secondo Bossi “dipende dalla legge elettorale” e dal fatto che “Berlusconi sostiene questo governo”. Del resto, la Lega continua a insistere su un tasto: o il Cavaliere “molla” Monti, o lo sgambetto nelle Regioni, a partire dalla Lombardia, è dietro l’angolo perché, come scrive Roberto Maroni su Facebook, “Pdl + Pd + Udc = la nuova triplice” e quindi “la Lega vada da sola alle amministrative: facciamogli vedere di che pasta siamo fatti”.

Dopo la riunione di oggi dei capigruppo del Senato per stabilire una sorta di “road map” delle riforme, la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro, non nasconde la delusione: “Non mi sembra che emerga nelle forze politiche la giusta consapevolezza della necessità di cambiare la legge elettorale che invece è la priorità assoluta. Non è il caso di impuntarsi su quale debba essere l’assemblea che avvia la riforma. Bisogna farla – prosegue – senza ombra di dubbio e senza esitazione anche se abbiamo i mesi contati da qui alla fine della legislatura”. Di diverso avviso il capogruppo a Palazzo Madama del Pdl Maurizio Gasparri che insiste, invece, sul fatto che si debba “avviare un percorso riformatore che si basi su tre punti: le riforme costituzionali, la legge elettorale e la riforma dei regolamenti parlamentari”. In pratica conferma che per il Pdl “prima bisogna approvare le riforme costituzionali e poi la legge elettorale”. Orientamento che Gasparri definisce “prevalente” tra i gruppi. Anche la Lega ribadisce questa posizione, e questo di fatto allontana l’intesa su una possibile accelerazione della riforma elettorale in Parlamento. Su quale Camera debba occuparsene, tra l’altro, Gasparri non ha dubbi: “Sia le riforme costituzionali sia la legge elettorale sono incardinate al Senato e non c’è motivo per spostarle”.

“Ho fatto presente durante la capigruppo che, se vogliamo mantenere fede agli impegni presi, dobbiamo immediatamente porre mano e concludere la riforma della legge elettorale, passare immediatamente dopo alla riduzione dei parlamentari e, quindi, intervenire sul bicameralismo perfetto”, ha detto il presidente dei senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, facendo intuire un’apertura del suo partito, ma aggiungendo anche: “Se tutto questo non avverrà e le riforme rimarranno impantanate, l’Idv non vuol rimetterci la faccia per il rispetto che porta agli italiani”. A insistere sulla riduzione del numero dei parlamentari è soprattutto la Lega nord: “Nella capigruppo di oggi abbiamo ribadito che non si può modificare l’attuale legge elettorale senza prima ridurre il numero dei parlamentari. Non farlo vuol dire lasciare inalterato ancora una volta il numero di deputati e senatori. Cosa che per quanto ci riguarda è inaccettabile”, ha dichiarato Federico Bricolo, capogruppo del Carroccio al Senato. “Siamo disponibili da subito ad affrontare l’argomento nella sede opportuna cioè la commissione Affari costituzionali del Senato”.

Intanto, sono proseguiti anche gli incontri tra i partiti: Pdl e Terzo Polo hanno definito l’obiettivo di “restituire ai cittadini la libertà di scegliere i parlamentari”, ma anche la necessità di attuare una riforma elettorale che “non obblighi a coalizioni politicamente forzate e senza vincoli programmatici”. Al termine dell’incontro tra le delegazioni dei due partiti (composte da Ignazio La Russa, Gaetano Quagliariello, Donato Bruno, Lorenzo Cesa, Italo Bocchino, Pino Pisicchio e Ferdinando Adornato), il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, ha definito il vertice come “molto costruttivo e positivo”, mettendo però l’accento sull’importanza del fatto “che per la prima volta dopo anni Pd e Pdl si siano incontrati ieri”. Soddisfatto anche il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa: “Siamo riusciti con la buona volontà a imporre una certa attenzione sull’avvio in un futuro molto prossimo del percorso delle riforme costituzionali e della legge elettorale. La prima cosa è dare ai cittadini il diritto di poter scegliere i propri deputati”.

La Russa, insieme a Gaetano Quagliariello e Donato Bruno ha incontrato anche i dirigenti di Sinistra ecologia e libertà (Sel), Fabio Mussi, Loredana De Petris e Gennaro Migliore: ”La nostra vera priorità è l’eliminazione del porcellulm”, ha detto De Petris al termine del vertice. Per noi – ha sottolineato – è fondamentale dare la possibilità agli elettori di sapere, prima del voto, quale sia la coalizione di riferimento”.

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