In programma c’è l’inaugurazione dell’anno accademico a Torino. Tra gli ospiti il ministro del Lavoro Elsa Fornero che proprio di lavoro parla. Della riforma, ad esempio, “sulla quale non si può tergiversare” perché “il governo ha il dovere di agire per una decisione che alla fine sarà del parlamento. Il percorso è appena iniziato ma deve essere rapido, non ci sono troppi tempi né per noi né per il Paese”. E però avverte: “La riforma non è la bacchetta magica”. Dopodiché assicura: “Non vogliamo utilizzare la clava”. Quindi si passa al comparto licenziamenti. Spiega: “Non vogliamo che non esista la possibilità di licenziare, ma che chi è stato licenziato sia aiutato dalle istituzioni e dall’azienda di trovare in tempi ragionevoli una nuova occupazione”.

Ma il ministro non si ferma qui e anzi rilancia, riprendendo le parole del premier Monti sul posto fisso (“che monotonia”, aveva detto). La Fornero parla seriamente: “Uno degli scopi di questo governo – dice – è spalmare le tutele su tutti, non dare a tutti un posto fisso a vita. E chi oggi promette un posto fisso a vita promette facili illusioni”. E ancora: “Noi stiamo lavorando per cercare di modificare i contratti, per eliminare la flessibilità cattiva e limitare quelle forme di abuso che ci sono state ma c’è un’altra parte di flessibilità quella buona che implica che un’azienda può avere bisogno nel corso della sua attività di un alleggerimento di personale”.

Punto decisivo restano i giovani. “Se non riusciremo a convincerli – ha chiuso il ministro – del tentativo di questo governo avremo fallito il nostro compito perché è per dare prospettive ai giovani che questo governo è stato chiamato”. Il passaggio è importante soprattutto pensando alle pensioni. Spiega: “Abbiamo fatto una riforma delle pensioni ed è sfuggito ai più che era fatta esattamente per ribilanciare il carico tra generazioni, per restituire qualcosa ai giovani in termini di speranza e futuro”. Un messaggio che “è stato sommerso rispetto alle critiche di gestione di una transizione che non sarà facile ma non è sulla base dell’emergenza che si può risolvere il problema strutturale”.

Sulla polemica, immediatamente scatenata dalle parole di Mario Monti prima ed Elsa Fornero poi, riguardo al posto fisso è intervenuta questa mattina a Tgcom24 anche il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri che ha difeso il presidente del consiglio (“Monti ha voluto sdrammatizzare, non è stato fatto per mancanza di rispetto verso nessuno”) e ha osservato che la discussione è “frutto di una fretta di interpretazione“. Poi ha puntato il dito contro le abitudini degli italiani che “sono fermi, come struttura mentale, al posto fisso, nella stessa città e magari accanto a mamma e papà“, rilanciando la necessità di “un salto culturale”. Un passo inevitabile e necessario perché “il mondo moderno – ha spiegato Cancellieri – tende sempre più alla flessibilità”.

 

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