Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, la riforma del sistema elettorale deve essere una priorità dell’attuale esecutivo: “Sarebbe certamente positivo se nei restanti 14 mesi di legislatura – ha dichiarato – si desse vita non soltanto a una nuova legge elettorale, ma anche a delle riforme istituzionali. Penso in particolar modo alla riduzione del numero dei parlamentari e alla fine del bicameralismo perfetto. Condivido la necessità di una conferenza congiunta dei capigruppo di Camera e Senato; il presidente Schifani è a conoscenza di questa mia opinione, proprio per definire chi fa cosa e quali i tempi prevedibili”.

E l’ex leader di Alleanza Nazionale, presente a Lecce ad un meeting di Fli, ha anche affrontato il tema della riforma del lavoro affermando che “l‘articolo 18 non si tocca per chi ha il contratto, mentre per i nuovi assunti credo che si debba poter discutere, per mettere in moto la ‘macchina Italia’”.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Camera sul nuovo clima che si è creato tra i due principali gruppi parlamentari: “Ho visto che Silvio Berlusconi ritiene il Partito democratico un interlocutore di primaria importanza per una eventuale riforma della legge elettorale. Questo mi fa piacere perché è un segnale inequivocabile di una certa maturazione da parte di chi fino a qualche tempo fa era assertore di una sistema bipolare in cui non c’era sostanzialmente alcun punto di contatto tra le due coalizioni, con tutti i problemi che ciò ha causato”. E anche per il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini il fatto che Pd e Pdl abbiano incominciato a dialogare è una notizia importante: “Berlusconi, sembra aver cambiato giudizio sul Pd – ha detto Casini – capisce che i comunisti non esistono più e vuole collaborare con il Pd. E’ importante”.

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