Riforme istituzionali e nuova legge elettorale. Due obiettivi che Silvio Berlusconi, intervistato oggi da Libero, vuole raggiungere attraverso un compromesso con il Pd, senza fare mancare l’appoggio a Mario Monti. Un patto per cambiare il Porcellum, per una “nuova legge elettorale – leggiamo sul giornale – che tagli terzi poli e le ali estreme, tra queste ficca en passant pure la Lega”. Una linea non condivisa dagli ex alleati visto che ieri sera Roberto Calderoli, durante il comizio del Carroccio a Bergamo, ha ricordato al Pdl che “se toccano la legge elettorale per far fuori la Lega, vorrei ricordare loro che c’è anche piazzale Loreto” e ha contestato la leadership di Alfano in quanto siciliano. Una considerazione “sciocca e antistorica” per il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa secondo cui il Carroccio “sta superando anche quel perimetro di interventi a cui ci aveva abituati”.

“Per uno come me che si considera milanese al 100%, perchè ho fatto politica a Milano fin da ragazzo, – ha dichiarato l’ex ministro alla Difesa, originario della provincia di Catania – viene da vergognarsi a leggere le dichiarazioni di Calderoli su Alfano”. La Russa riconosce che “non appoggiare il governo Monti è una posizione legittima, seppur propagandistica” ma, ha aggiunto, “mi viene da sorridere pensando che la moglie di Bossi è siciliana e quello che per alcuni è il delfino del partito, il figlio, è per il 50% siciliano”. E auspica un riavvicinamento con il partito del Senatùr: “Vorrei tornasse forte lo spirito di lealtà della Lega che li ha portati a dare apporto al federalismo solidale, alle necessità di Napoli, a Roma capitale, al ponte sullo Stretto. Sta a loro decidere se isolarsi”.

E il cammino per le riforme parte subito. La Russa, infatti, ha annunciato a sorpresa che il Pdl avvierà una sorta di consultazioni sulle riforme con gli altri partiti: i primi sono proprio con la Lega Nord e il Pd Lega e in seguito incontrerà tutti i partiti. “Vogliamo avere un quadro chiaro del livello di condivisione sulla legge elettorale e sulle riforme istituzionali da parte di tutte le forze politiche”, ha spiegato l’ex ministro. Che delinea cautamente la linea del partito per le consultazioni: “Il Pdl vuole che il Parlamento prenda realmente l’iniziativa ma dobbiamo tutti partire con umiltà e senza presunzioni”, ha avvisato. “Si deve partire senza preclusioni di modelli, ma cominciare a circoscrivere una area di condivisione. Siamo pronti a partire – ha aggiunto – aperti a tutte le opzioni e senza un progetto predefinito perché se ciascuno vuole imporre un suo modello si resta fermi”. L’inizio di un confronto che per i vertici del centrodestra rappresenta “un confronto costruttivo” tra le parti politiche, consapevoli che “la mancanza di riforme istituzionali potrebbero essere un alibi per non fare niente e non toccare la legge elettorale. Per questo si deve lavorare su entrambi i piani”. Ovvero legge elettorale e riforme istituzionali.

Silvio Berlusconi auspica sì che l’esecutivo arrivi fino al termine della legislatura ma lancia una proposta al Pd che suona quasi come provocazione: impegniamoci insieme nella modifica del Porcellum. L’apertura, infatti, nasconde un accordo per “alzare la soglia di sbarramento” e quindi emarginare Udc e Lega. “Questa operazione positiva – ha commentato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto – è tutt’altro che scontata, vista la persistenza in una parte del Pd a ripetere ciò che lo ha caratterizzato nel corso di tutti questi anni”. Eppure la proposta del Cavaliere non alletta tutte le anime del Pdl, visto che, “l’inciucio 2.0”, come scrive Libero, rappresenta “una medicina amara per quegli azzurri più bellicosi che chiedono il voto qui e subito”. Ma Berlusconi non ha fretta di correre alle urne, visto che “il 46% degli italiani non sa chi votare e se andare a votare” e si fregia di essere anche il talent scout del premier: “È molto bravo – spiega al quotidiano- e non sto scoprendo adesso le sue qualità: è stato il sottoscritto a indicare Monti come Commissario europeo nel ’94”.

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