Sono infuriati, per usare un eufemismo, i pendolari del comitato Rom.Bo (Romagna-Bologna). La neve era annunciata da tempo, ma il piano di Trenitalia per evitare al minimo è disagi “si è rivelato a dir poco fallimentare”.

Le storie dei viaggiatori che hanno trascorso ore e ore in attesa di un treno che li riportasse nelle rispettive città, raccontano di un Paese in ginocchio di fronte a fenomeni atmosferici non eccezionali, ai quali si dovrebbe reagire prontamente, garantendo comunque un servizio al pubblico decente, che consenta ai cittadini perlomeno di non essere costretti a disertare il posto di lavoro. Sono in molti invece quelli rimasti forzosamente a casa e la loro rabbia, per le ore interminabili attese ieri nelle stazioni ferroviarie, l’hanno raccontata sui social network.

Dalla pagina facebook di Rom.Bo Elia Tonelli lancia una proposta: “Non si può portare in tribunale Trenitalia per interruzione di pubblico servizio? Non posso stare a casa dal lavoro una settimana perché l’azienda non è in grado di gestire una rete ferroviaria con -5°C.!” L’esempio è la Liguria, dove la Regione ha denunciato Trenitalia per avere gestito male l’emergenza neve”.

“Guarda che non sono in grado di gestire una rete ferroviaria a 0° – risponde Roberto Montanari. Ieri ne è la dimostrazione lampante. Scambi congelati a 0°. Per quanto riguarda invece la soppressione dei treni lasciamo stare”. L’odissea di Roberto è un viaggio lungo 7 ore. “Sono partito ieri alle 15.45 da Lugo per Gatteo Mare (via Ravenna). Sono arrivato a casa alle 22, grazie a un passaggio in auto che mi ha dato, da Ravenna, un compagno di sventura”.

Insomma sai se parti (forse), non sai se torni. Nella situazione di caos totale, i pendolari confusi hanno cercato di avere ragguagli da Trenitalia. Ci sarebbe da ridere a leggere il post di Silvia Cereda se aspettare in stazione, di questi giorni, non fosse una lotta contro il freddo.

“Ovviamente – scrive – nell’unica settimana all’anno in cui il servizio di Viaggiatreno è fondamentale per sapere di che morte morire, il sito riporta: ‘Il servizio non è disponibile per aggiornamenti in corso. 
Sarà ripristinato prima possibile’.” Idem se si tenta di avere informazioni telefoniche, assicura Silvia Vandini: “Ho provato ora a contattare l’apposito call center di Trenitalia: dice che a causa dell’elevato numero di chiamate non possono rispondere. Aspettiamo pure che smetta di nevicare e si sciolga la neve”.

C’è anche chi, come la cesenate Monica Panzavolta, la notte tra l’1 e il 2 febbraio l’ha dovuta passare in albergo. Monica era bloccata a Faenza, mentre Francesca Minardi ha dovuto optare per la stessa scelta obbligata, ma a Cesena. Nell’eventualità che si ripetesse lo stesso disagio, Monica ha pubblicato un post chiedendo: “C’è qualcun’altro che deve rientrare a Cesena, nel caso in cui sia costretta a prendere un taxi.”

La situazione che i tanti pendolari stanno vivendo è riassunta da Marco Bandini, avanti e indietro da una vita tra Faenza e Bologna: “Nel nord Europa – si domanda – tutti i giorni i treni viaggiano con questa spada di Damocle? Ovviamente no, allora chiediamoci il perché e speriamo che qualcuno lo chieda a Rfi e Trenitalia oppure a Corrado Passera e alla futura Authority dei trasporti. La risposta senza bisogno di aspettare il solito balletto e l’intervista ad hoc di Moretti (ondata di freddo eccezionale, facciamo il massimo con le risorse che abbiamo, state a casa, prendete i panini, etc.) è semplice: non si fa più manutenzione sugli scambi e sulle linee, non si spende per equipaggiare i treni che rimangono obsoleti e col gelo diventano delle trappole. Si è economizzato alle spalle dei viaggiatori, esternalizzando servizi che una volta, in caso di gelo, erano basilari”. Dov’è – chiede Bandini – “la famosa assunzione di responsabilità o qualcuno che paghi per tutto questo?”.

Visti i disservizi c’è chi pretende che cadano delle teste. Paolo Montesi non ha dubbi nell’individuare le responsabilità: “Se l’amministratore delegato Mauro Moretti avesse un residuo di dignità umana, oggi dovrebbe rassegnare le dimissioni.
 Aggiungo che anche l’assessore Alfredo Peri dovrebbe delle spiegazioni ai cittadini. Ma anche in questo caso la dignità difetta”.

Peri non ci sta a prendersi tutte le colpe e in una nota stampa fa intendere che gli addebiti devono essere fatti all’azienda che ha in concessione il servizio di trasporto: “Non ha assolutamente funzionato – dichiara l’assessore – la comunicazione che lo stesso Gruppo Fs ha rivolto alle istituzioni locali e alla Protezione civile. In questa regione, dove da sempre siamo abituati a fronteggiare le emergenze con il massimo della collaborazione, non è accettabile lasciare per ore e ore centinaia di persone prive di assistenza sull’asse della via Emilia. Come Regione stiamo monitorando le modalità di gestione da parte del Gruppo di queste giornate d’emergenza, anche per assumere eventuali provvedimenti”.

Viaggi male e paghi tanto. Ai danni subiti in questi giorni si aggiunge la beffa del recente aumento tariffario, approvato alla chetichella. A darne conto è Ettore Fittavolini, presidente dell’associazione Pendolari Piacenza, in una lettera infiammata a Peri, che è stata pubblicata anche sul profilo facebook di Rom.Bo.

“Come al solito – si legge – nella sua gestione del trasporto ferroviario al peggio non c‘è mai fine, e la porcata è dietro l’angolo. 
Non abbiamo altro epiteto infatti, se non quello di una coltellata alla schiena dei pendolari, per definire gli aumenti che siamo ritrovati a dovere subire da oggi, 1° febbraio 2012, per gli abbonamenti mensili e i biglietti.

Ovvero – prosegue Fittavolini – aumenti secchi del 23% rispetto alle tariffe del mese precedente.
 Una enormità, senza alcuna giustificazione oggettiva, ancor più grave perché avvenuta nella totale assenza di informazione”.

Vista la risposta, non proprio eccellente, all’emergenza neve ci sarebbe da augurarsi almeno un repentino cambio meteorologico. Ma probabilmente la neve continuerà a imbiancare l’Emilia Romagna. La Protezione civile regionale conferma lo stato di preallarme nella provincia di Forlì Cesena, lo estende a quella di Rimini e assicura che nelle giornate di venerdì 3 e sabato 4 continuerà a nevicare sul territorio delle province romagnole. Venti, trenta centimetri di neve si aggiungeranno a quella già caduta in pianura. Trenta, quaranta sono invece quelli attesi in montagna.

È prevista anche una diminuzione sensibile delle temperature, con punte di freddo che raggiungeranno i -8°C. Anche le massime rimarranno sotto zero e questo comporterà il rischio di gelate notturne. Dunque ai disagi della rete ferroviaria si aggiungerà il rischio di uscire in auto. L’unica soluzione, risibile, pare essere quella di tapparsi in casa, con buona pace dei datori di lavoro.

Il Presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali, viste le nevicate che continuano a scendere abbondanti, soprattutto nell’entroterra, ha richiesto lo stato di crisi e di emergenza. Il suo consiglio è quello di muoversi con i mezzi pubblici. Quali? I treni forse?

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