Se volevi affiggere i manifesti elettorali in quel quartiere, dovevi passare per ‘Zi Minuzzo’. Ovvero Carmine Montescuro, di 78 anni, boss di Sant’Erasmo, zona vecchia e degradata di Napoli tra Piazza Mercato e Ponticelli, un camorrista vecchio stampo, di quelli che incutono rispetto e grazie al loro carisma riescono a far sedere i boss delle diverse famiglie davanti al tavolo di un bar per discutere di pace e di accordi di spartizione del territorio.

Un candidato di ‘De Gregorio Italiani nel Mondo’ (Inm), il mini partito fondato da Sergio De Gregorio, si piegò all’andazzo. Elezioni provinciali del giugno 2009. Uomini della segreteria del candidato cedettero all’estorsione, versando la cifra richiesta da ‘Zi Minuzzo’: la prima proposta, avanzata dall’entourage dell’esponente di Inm, non era stata ritenuta congrua. Il politico in questione non è indagato ed è, tecnicamente, probabile vittima di un reato. Si chiama Luigi Sorianiello e grazie al boom di voti ottenuto in quel quartiere è stato eletto in consiglio provinciale con il 7,48% dei consensi (la media dei candidati di De Gregorio fu in quella tornata dell’1,71%). Ora Sorianiello fa parte della maggioranza che sostiene il presidente Pdl Luigi ‘Giggino ‘a purpetta’ Cesaro. Il clan, peraltro, gli fornì un servizio di esclusiva: in quella zona potevano essere affissi solo i suoi manifesti. Quelli degli altri candidati venivano inesorabilmente strappati.

Stamane ‘Zi Menuzzo’ è finito in manette insieme ad altre nove persone. Le circa 400 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Napoli Maurizio Santise, su richiesta del pm della Dda Sergio Amato, raccontano un’inchiesta condotta dalla Dia di Napoli, diretta da Maurizio Vallone riguardante numerose estorsioni, molte delle quali compiute a ridosso delle festività pasquali per mantenere gli uomini del clan, che aveva bisogno di soldi subito, fino al punto di chiedere in anticipo ‘la rata di ferragosto’. E dipingono la figura di Carmine Montescuro, uno storico esponente della camorra napoletana: numerosi collaboratori di giustizia indicano la sua presenza nelle principali dinamiche criminali di Napoli con il ruolo unanimemente riconosciuto di paciere e mediatore tra i principali clan camorristici della città.

Montescuro in questo modo è riuscito da un lato a evitare di essere coinvolto nelle faide, dall’altro ha gestito senza problemi e senza interferenze il racket nel suo quartiere di residenza. Così quando nel 2009 alcuni equilibri criminali nella zona orientale di Napoli si ‘rompono’ per il pentimento del boss Peppe Sarno, gli interventi di Zì Minuzzo si moltiplicano. Con lo scopo di mediare i contrasti tra le opposte fazioni all’interno del clan Sarno e Mazzarella.

Nelle foto che vi mostriamo, si documenta un incontro pacificatore organizzato platealmente da Zì Minuzzo nella piazza S. Erasmo, il ‘suo quartier generale’, per ‘sistemare’ una situazione di tensione con una frangia del clan Sarno. Al summit, concluso positivamente, parteciparono tutti i boss dei Sarno, ripresi da una telecamera di sorveglianza installata dalla Dia.

Tra gli arrestati ci sono anche un ex maresciallo e un ex brigadiere dei Carabinieri. Secondo l’accusa sono coinvolti in due episodi estorsivi. L’Arma li ha congedati nel corso delle indagini.

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