A Bologna nevica, le scuole sono chiuse e i genitori senza nonni da schiavizzare sono tutti incazzati che non possono andare a lavorare.
I più fortunati hanno dovuto sprecare un giorno di ferie/permesso, i meno fortunati perderanno una o più giornate di lavoro per stare con i bambini (e gli toccherà pure il uichend).
Le tivu riscaldano questo esercito di sconfitti e tipo Max Idrum, appare Mario Monti che dice che il posto fisso è monotono e noioso.
Purtroppo devo dargli ragione.

Ore 07.15
Risveglio/colazione/cacca.

Ore 07.58
Tragitto casa-lavoro.

Ore 08.31
Timbrata di cartellino in ritardo di un minuto (scaleranno mezz’ora) e imprecazioni.

Ore 09.00
Svogliatamente inizia il mestieruccio.

Ore 10.30
Coffi brec davanti al monolite a parlare di niente con persone che si frequentano forzatamente e di malavoglia. Segue programmazione di cosa fare nel uichend, ebentuali ponti, vacanze di Pasqua e vacanze estive.

Ore 13.00
Ci si  nutre male con un panino o a una mensa. I più fortunati vanno a mangiare a casa e la sera usano i buoni pasto per fare la spesa alla Coop®.

Ore 14.00
Svogliatamente riprende il mestieruccio.

Ore 18.00
Uscita puntuale, inizia la vita.

Ore 18.01
Tragitto lavoro-casa dalla durata variabile.

Poi si mangia, si fa qualcosa e si va a letto. Il posto fisso di solito è una roba così. A chi piace va benissimo e gli auguro di vivere così fino a 70 anni e di viverne almeno altri 20 con tanta  salute, nel pieno delle facoltà mentali e morire nel sonno sorridente, ma sono casi rarissimi. Fortunatissimi. Ma a chi non gli piace? Come fa? Quale è l’alternativa al posto fisso?
Lavorare gratis come va tanto in voga tra chi può permettersi di non lavorare?
Aprire un’attività di import export con la Cina?
Comprare una licenza di Taxista?
Aprire una Partita Iva e chiuderla al primo studio di settore risultato non congruo?
Aprire una farmacia vicino a una farmacia per fare dispetto al farmacista?
Aprire un negozio in franciaising?
Il convento passa questo e la demotivazione ogni anno sale molto più del PIL.
Risulta sempre più evidente che il problema non è posto fisso o posto mobile, è il lavorare male. Tutti intenti a parlare di crescita, ma nessuno che si ferma a parlare di vivere bene che la vita è una sola e poi si crepa. Lagrimosa Fornero accenna timidamente a dare un sussidio di mantenimento a chi non ha lavoro (dipendenti e non), però vuole che chi si trova in questa posizione torni a lavorare al più presto possibile e che non ne approfitti della mano tesa dallosStato chioccia, non importa se va a fare una professione che gli piace o no, deve lavorare e basta in nome del Dio PIL (non la bend del milionario Gionni Rotten)
Arbaitmactfrai dicevano e dicono quei simpaticoni dei tedeschi che tutti critichiamo quando ci fa comodo e ultimamente osanniamo,  ma se invece di creare tutte queste sacche di sofferenza lavorative non dessimo la possibilità a ogni individuo di non lavorare e, grazie a un sussidio (reddito di cittadinanza?) permettergli di sopravvivere (mangiare, bere, pagare le bollette…). Ovviamente con questi soldi non ci si può comprare l’Aipad, ma se proprio uno vuole qualcosa in più si cercherà un alvoro che gli piace (mantenendo il sussidio) e quando non gli piace più, lo abbandona e cede il posto a un altro consumista bramoso.
E’ un idea. E’ uno spunto. E’ uno sputo.
Va bè, scusate, mi sono permesso di sognare che sta diventando come bestemmiare in chiesa.
Scusatemi ancora.
Mi rimetto a lavorare e per fortuna che svolgo una professione non fissa che mi piace, ma quanto durerà?
E la neve scende… come il Pil.

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