Ci voleva l’ennesimo scandalo per aprire un dibattito sull’annosa questione del finanziamento pubblico ai partiti… Noi ne parliamo da anni, ma finora tutti hanno fatto orecchie da mercante. Oggi, però, più di qualcuno ha avanzato proposte politiche. Noi siamo talmente d’accordo sulla necessità di una disciplina più seria e rigorosa del finanziamento ai partiti, e stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli della nostra proposta.

Tra oggi e domani depositeremo un disegno di legge volto da un lato a ridurre l’entità dei finanziamenti e dall’altro a vincolarli a regole ben più incisive di rigore e trasparenza. Le linee guida sono le seguenti: il dimezzamento degli attuali rimborsi elettorali e l’ammissibilità a ricevere questi rimborsi solo per quelle forze politiche che, nelle elezioni corrispondenti, abbiano totalizzato almeno il 2% dei voti validi. Tali rimborsi dovranno essere consegnati solo dopo la presentazione di regolari fatture che documentino con precisione le spese sostenute. Il ddl prevede anche il divieto per le imprese pubbliche o miste pubblico-private di effettuare qualsiasi finanziamento ai partiti.

Inoltre, vi è l’introduzione del reato di finanziamento illecito, punibile fino a sei anni, per coloro che danno o ricevono sovvenzioni di qualsiasi natura e di qualsiasi entità da aziende pubbliche o miste pubblico-private, nonché da coloro che danno o ricevano contributi oltre i cinquemila euro, senza denunciarli, da aziende o soggetti privati. Viene stabilita la pena accessoria dell’ineleggibilità di chi ha violato la legge di finanziamento pubblico e la decadenza automatica dalla carica elettiva, parlamentare compresa, e l’ineleggibilità futura. Per quanto riguarda, poi, i partiti che ricevono contributi illeciti, è prevista la soppressione del rimborso della campagna elettorale precedente e la perdita del diritto di futuri finanziamenti.

E poi vedremo se questo andazzo cambierà e i soldi dei cittadini potranno essere destinati, davvero, a sostenere i veri e legittimi costi della democrazia.

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