Non ho votato l’ennesima proroga per le missioni italiane all’estero. Non ho votato perché non è possibile, in questa materia, procedere con il pilota automatico, rinnovando, senza toccare una virgola, le ragioni delle missioni militari con particolare riferimento all’Afghanistan e all’Iraq.

Neppure questa volta, neppure questo governo ha voluto compiere una valutazione sul fallimento politico delle missioni, sulle prospettive, sulla necessità di non ripetere lo stesso errore, sulla opportunità di mettere fine subito a questo tipo di operazioni. Per altro anche negli Usa, dove quegli interventi furono pensati e costruiti, si è ormai acceso un vivace dibattito proprio su questi temi. Possibile mai che si debbano attendere le decisioni che saranno assunte dal Congresso, magari dopo le prossime elezioni?

Non abbiamo votato anche perché il governo non ha potuto o non ha voluto rispondere alle domande di chi chiede l’immediata apertura di un confronto sulla opportunità di continuare a partecipare all’acquisto dei nuovi cacciabombardieri F35. Proprio su questi temi la Tavola della Pace, Sbilanciamoci e la Rete del Disarmo hanno lanciato la campagna : “Tagliamo le ali agli F35”, campagna alla quale Articolo21 ha aderito con grande convinzione.

Il non voto alla proroga delle missioni militari è anche una risposta al loro appello ed un impegno a non lasciarlo cadere nel vuoto, neppure nelle aule parlamentari.

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