Primo vertice Ue dell’anno oggi a Bruxelles. Sotto la presidenza della Danimarca, i capi di Stato e di governo dei 27 si vedono per una riunione informale che, secondo l’agenda, dovrebbe durare dalle 15 alle 19 e sarà dedicata alla crescita e all’occupazione, in particolare quella giovanile. Dopo due anni di misure per il rigore con l’obiettivo di arginare la crisi del debito sovrano, “è il momento di focalizzare l’attenzione sulla crescita e la creazione di posti di lavoro”, hanno spiegato fonti europee, sottolineando l’importanza, a questo scopo, di potenziare il mercato interno e di rafforzare il sostegno alle piccole e medie imprese. I leader europei – tutti ad eccezione del premier britannico David Cameron, che se ne è tirato fuori al summit del 9 dicembre scorso – sono poi chiamati ad adottare il ‘Fiscal compact’ voluto fortemente dalla Germania, che fissa nuove e più stringenti regole sul rispetto dei vincoli di bilancio, in vista della firma al prossimo vertice dell’1 e 2 marzo. Dopo settimane di intensi negoziati, due punti sono rimasti ancora aperti e arrivano domani al tavolo dei capi di Stato e di governo: uno riguarda l’applicazione anche al debito pubblico delle sanzioni automatiche che scattano (a meno che sia contraria una maggioranza qualificata) contro i Paesi in deficit eccessivo. Si tratta di una questione che interessa direttamente l’Italia, con un debito del 120%, ma, nonostante le insistenze dei Paesi più “rigoristi”, pare che l’articolo 7 del Patto di bilancio continuerà a mantenere solo il riferimento al deficit, come chiesto anche dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.

Il secondo nodo da sciogliere è quello delle modalità di partecipazione dei Paesi fuori dall’area euro ai vertici dell’Eurogruppo, al centro di un duro braccio di ferro tra la Polonia, che insiste per un posto al tavolo, e la Francia, assolutamente contraria. Una formula di compromesso prevede che i Paesi fuori dall’euro partecipino ai vertici dell’eurozona quando si trattano questioni relative al Patto. Insieme all’Esm, tema non ufficialmente in agenda, come richiesto dalla Germania su cui continuano le pressioni perché accetti di aumentarne la dotazione, il ‘Fiscal Compact’ “rafforzerà ulteriormente gli strumenti a nostra disposizione per assicurare il consolidamento e lo sviluppo dell’area euro nel suo insieme”, ha sottolineato Van Rompuy nella lettera di invito ai leader dei 27. Leader che, nella riunione di oggi a Bruxelles, dovranno “concentrarsi su azioni immediate da intraprendere nelle aree specifiche della disoccupazione giovanile, del mercato interno e delle piccole e medie imprese”, ha ammonito Van Rompuy. E con lui il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, che si è detto “preoccupato per la disoccupazione fra i giovani che ha raggiunto un punto critico: spero che i leader Ue sostengano la mia proposta di creare delle speciali squadre di azione che elaborino piani precisi per la creazione di posti di lavoro”.

Intanto, l’esecutivo di Bruxelles ha annunciato l’intenzione di riprogrammare gli 82 miliardi di fondi Ue già previsti per il periodo 2007-2013 e non ancora utilizzati per iniziative a sostegno della crescita e dell’occupazione, soprattutto giovanile. Su questo, l’Italia è stata additata ad esempio dallo stesso Barroso. “La riprogrammazione dei fondi strutturali che abbiamo appena fatto in Italia è un grande successo”, ha riconosciuto il presidente della Commissione europea, ricordando che nessun Paese, “neanche i più ricchi”, è disponibile ad aumentare il contributo da destinare ai fondi Ue per la crescita e l’occupazione: quindi l’unica soluzione è quella di “redistribuire i fondi strutturali che abbiamo a disposizione”. Il vertice di oggi, il secondo per il presidente del Consiglio Mario Monti, per dirla con il “Financial Times” segna “il ritorno dell’Italia” in Europa. Se al summit di dicembre il premier era ancora sotto stretta osservazione da parte dei colleghi europei, oggi, dopo la manovra, il decreto sulle liberalizzazioni ed il calo degli spread, incassa il “grandissimo apprezzamento” di Bruxelles – sottolineato anche da Sarkozy nel discorso in diretta tv di ieri sera – per le misure decise nelle settimane scorse.

E al summit di oggi, su crescita e occupazione, l’Italia “chiederà che non ci si limiti a dichiarazioni di principio, ma che siano dette cose molto concrete su quello che si può fare per sviluppare il mercato interno, l’occupazione e le piccole e medie imprese. E che siano precisate delle date entro le quali la Commissione dovrà presentare le sue proposte, portare avanti le azioni o finalizzare le azioni già lanciate”, ha preannunciato nei giorni scorsi a Bruxelles il ministro per le Politiche comunitarie, Enzo Moavero. Di tutti questi temi ci sarà un anticipo di discussione nel prevertice – un incontro di mezz’ora – che Monti avrà con il presidente francese Nicolas Sarkozy e con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Sullo sfondo del summit di questo pomeriggio, non ufficialmente in agenda, il caso Grecia. Sabato, nel pieno delle polemiche tra Berlino ed Atene per la richiesta della Germania di ‘commissariare’ le politiche fiscali e di bilancio greche, è stata annunciata la conclusione ‘vicina’ dei colloqui tra le autorità e i creditori privati sulla ristrutturazione del debito. E ieri, alla vigilia del summit, il premier Lucas Papademos ha incassato il sostegno “totale” dei partiti che appoggiano il suo governo ai negoziati “difficili” con l’Ue e l’Fmi sul secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro. Intanto, mentre i leader parleranno di crescita e occupazione, il Belgio si fermerà per uno sciopero generale contro le misure di rigore ed austerità del governo Di Rupo.

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