Una timida apertura, quella della conferenza episcopale italiana al pagamento dell’Ici. Il Segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata dice: “Può essere utile la correzione di qualche aspetto della legge che riguarda le esenzioni sull’Ici, da parte nostra non c’è alcuna riserva o contrarietà”, l’importante è che si conservi il carattere di sostegno e aiuto da parte del settore no profit “alle fasce sociali più deboli”. Non è stato specificato chi sia compreso in questa categoria e chi no. “Il cardinale Bagnasco – ha detto Crociata – si è espresso su questo tema dicendo che tale legge è essenziale e buona perchè assicura vicinanza alle esigenze di vita sociale delle fasce più deboli”. Dopodichè ci deve essere la volontà di “osservare la legge da parte della Chiesa e da parte di tutti”.

La Cei scarica le responsabilità sull’esecutivo Monti “La legge sull’Ici non è una materia concordataria ma è una legge dello Stato. Noi abbiamo espresso la nostra disponibilità ad eventuali correzioni ma poi è il governo che deve prendere la decisione”. Il presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco, aprendo il consiglio permanente della Cei aveva definito un “peccato” l’evasione fiscale e ha invitato i comuni a vigilare: “Noi faremo la nostra parte”. Una posizione già espressa a dicembre, dopo che era ri-esplosa la polemica sul pagamento delle tasse sugli immobili della Chiesa. La vicenda parte da lontano: quando il governo Amato introdusse questa imposta, nel 1992, esentò gli immobili degli enti ecclesiastici. Nel 2004, la Consulta bocciò la norma e il governo Berlusconi fu costretto a reintrodurre l’esenzione in tutta fretta. La Ue mise sotto indagine l’Italia (e anche la Spagna per le agevolazioni Iva) per aiuto di Stato e il nuovo governo (Prodi), modificò di nuovo la legge sostenendo che l’imposta fosse dovuta, tranne che per quegli edifici a carattere non “esclusivamente” commerciale. Su quell’avverbio si conduce tutta la battaglia.

Sui casi di pedofilia che coinvolgono sacerdoti, monsignor Crociata assicura che la posizione della Chiesa contro gli abusi sessuali del clero seguirà le “legislazioni nazionali” in spirito di “collaborazione con l’autorità civile”, in “particolare per quanto riguarda l’obbligo di denuncia, che non è previsto dalla legge italiana”. E annuncia che all’assemblea generale della Cei (in primavera) verranno presentate le linee guida sul tema, come richiesto dal Papa a tutti gli episcopati nazionali. “Trattandosi di materia delicata è stato fatto un doppio passaggio nel Consiglio Episcopale Permanente, ma non è emersa nessuna difficoltà – dice il segretario della Cei -. L’approvazione definitiva arriverà a maggio”.

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