“Siamo in recessione. La cassa integrazione per ora non va toccata”. Questo il parere dell’economista Tito Boeri sulle prime mosse del governo Monti in materia di lavoro. Mosse già ridimensionate dallo stesso ministro del Lavoro Elsa Fornero, dopo le forti critiche da parte dei sindacati. “Ma la cassa integrazione va riformata”, aggiunge Boeri, che sottolinea come in Italia si sia fatto troppo spesso un uso improprio dell’istituto, soprattutto nel caso della cassa integrazione straordinaria. L’economista della Bocconi ha di recente illustrato al ministro Fornero la proposta di contratto unico elaborata in questi anni con il collega Pietro Garibaldi dell’Università di Torino e pubblicata nel libro “Un nuovo contratto per tutti” (Chiarelettere). Una soluzione che piace allo stesso Mario Monti, che l’ha definita un possibile punto d’arrivo. “Obbligherà chi licenzia durante il periodo di inserimento (fino a tre anni) a pagare un indennizzo”, precisa Boeri a ilfattoquotidiano.it, “un sostegno per il lavoratore durante la ricerca di un nuovo impiego”. Un’alternativa alle 46 forme contrattuali — questo il numero secondo la Cgil – “preferibile anche al contratto di apprendistato”, sostiene Boeri, “che non contempla una stabilizzazione automatica del rapporto”. E la flessibilità? “Chi vuole lavoratori flessibili dovrà pagarli di più” di Franz Baraggino

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