Il Corriere della Sera di ieri ha dedicato un’ampia analisi al salvataggio della Fonsai dei Ligresti organizzata da Mediobanca e Unicredit. L’articolo ha una sua tesi di fondo. L’operazione, che porta Fonsai nelle braccia di Unipol e 70 milioni nelle tasche dei Ligresti, sarà anche una porcata, ma è il male minore rispetto alla liquidazione del gruppo o al suo passaggio in mani straniere.

L’acuto articolista afferma tra l’altro che i diritti degli assicurati e dei creditori di Fonsai sono “di gran lunga più importanti di quelli degli azionisti, specie di quelli che hanno scelto il rischio Ligresti”. Come dire: se un investitore si è messo in società con quel finanziere poco affidabile peggio per lui, poteva rivolgersi altrove. Tesi ardita. Seguendo la stessa logica anche gli assicurati potevano assicurarsi altrove. E che dire dei creditori, tra cui istituti come Medio-banca, socio principale del Corriere? Anche loro hanno corso “il rischio Ligresti”.

Solo che i banchieri, a differenza dei risparmiatori, possono tutelare i loro interessi con operazioni che danneggiano gli altri soci.

Il Fatto Quotidiano, 21 Gennaio 2012

Articolo Precedente

Dr Jekyll e Mr Hyde (Deboli e forti)

next
Articolo Successivo

La nebbia sulla miseria
(e il lusso degli altri)

next