L’Europa interviene di nuovo sull’inceneritore di Parma, ormai pozzo dei misteri più che dei rifiuti. Ad un anno dal primo richiamo per procedura di infrazione, la Commissione europea ha intrapreso una seconda azione di messa in mora nei confronti del Pai: il Polo ambientale integrato in costruzione a Ugozzolo, alle porte della città. Lo rivelano gli avvocati Arrigo AllegriPietro De Angelis, i due cavalieri bianchi delle cause civili da tempo in lotta contro il termovalorizzatore che – sostengono – “la multiutility dei servizi Iren sta edificando senza aver vinto alcuna gara d’appalto e dunque in condizione di sospetto abuso edilizio”.

Non mollano i due legali, spine nel fianco prima del sindaco Pietro Vignali e ora di Mario Ciclosi oltre che del presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli (responsabile del Via, la Valutazione di impatto ambientale che diede semaforo verde all’inceneritore). “Perché il commissario non ha rivelato alla città l’esistenza di questa messa in mora da parte di Bruxelles?” domandano senza particolari complessi nei confronti di Ciclosi, da molti amato e riverito. “Il commissario ha nascosto alla città – attaccano anzi a testa bassa – la vera ragione della commissione d’indagine recentemente istituita dal Comune sull’iter amministrativo per la costruzione del termovalorizzatore”.

Il riferimento è al gruppo di lavoro creato nei giorni scorsi in Municipio, composto dai sub commissari e incaricato proprio di far luce sull’affidamento dei lavori del Pai: un vero e proprio comitato d’ispezione. L’iniziativa venne applaudita da tutti, saluta con favore e interpretata come indice di trasparenza della gestione Ciclosi dopo gli anni di lustrini e cotillon di Vignali. Non dalla coppia Allegri-De Angelis però. I due mastini infatti, poco inclini all’entusiasmo, non smettono di ringhiare: “Possiamo capire il silenzio di Iren sull’intervento dell’Europa – dicono – ma il commissario, che è un funzionario dello Stato super partes, se veramente fosse animato da una volontà di trasparenza dovrebbe immediatamente rendere pubblico il nuovo atto di messa in mora”.

Ciclosi, secondo i legali, avrebbe messo in piedi la commissione d’ispettori soltanto per parare il colpo di Bruxelles, incassando gli elogi di tutti senza pagare dazio.“Perché?” incalza Allegri, il quale aggiunge: “Oltretutto con la decisione di Ciclosi si torna indietro, visto che con Vignali e la sua scelta di porre i sigilli al cantiere il Municipio aveva già adombrato la possibile illegittimità delle procedure (accadde la scorsa estate, i sigilli vennero poi rimossi su ordine del Tar che deve però ancora pronunciarsi con una sentenza di merito, attesa con trepidazione a giorni ndr)”.

Sulla rivelazione di Allegri e De Angelis, intanto, si innesta la polemica politica. Il primo a intervenire è stato Simone Rossi, candidato indipendente alle primarie del centrosinistra di domenica 29 gennaio: “Commissario sia più trasparente? Come mai – chiede  – ha istituito la commissione proprio in corrispondenza dell’iniziativa della Commissione europea?”. A sottolineare il carattere di spy story del Pai di Parma è anche un consigliere regionale, in prima fila sui temi ambientali: Giovanni Favia del Movimento 5 stelle. “Due procedure d’infrazioni europee – commenta – un procedimento di abuso edilizio, i costi che schizzano alle stelle, un solo soggetto che si presenta alla gara per l’assegnazione delle opere accessorie per un importo pari a 42 milioni e mezzo di euro: direi che gli elementi per fermare questo folle progetto, a fronte di alternative più economiche e più ambientalmente sostenibili, ci sono tutte”.

Poi l’affondo politico contro la Regione, che proprio in dicembre fu vittima della famosa smentita sugli effetti degli inceneritori dopo lo studio Moniter: “L’assessore all’Ambiente Sabrina Freda e la Giunta del presidente Vasco Errani ora escano allo scoperto – invita Favia – perché infatti continuano a difendere il progetto, inutile e costoso, portato avanti da Bernazzoli, il candidato in pectore del centrosinistra per le primarie di Parma?”. Quindi la promessa di continuare nella battaglia: “Il Movimento 5 stelle, che ha già presentato interrogazioni e risoluzioni in Regione non si ferma. Chiediamo al commissario Ciclosi di rendere pubblica la documentazione relativa alla seconda infrazione europea e a tutti i partiti di dire chiaramente perché l’alternativa proposta dal Movimento 5 Stelle non può essere adottata. C’è qualcosa da nascondere? Errani e la Freda come tutto il centrosinistra la smettano di coprire politicamente Bernazzoli e le sue scelte”.

Articolo Precedente

La mamma di Dayana torna al Giglio: “Fatemi entrare nella nave. A me risponderà”

next
Articolo Successivo

Omsa, fumata nera per il possibile acquirente

next