Negli scorsi giorni in Egitto ci sono stati nuovi scontri tra la polizia militare e diverse centinaia di dimostranti. Motivo della protesta, questa volta, una centrale nucleare, la cui costruzione ha portato all’esproprio della terra di molti abitanti del luogo. Si tratta dell’impianto di Dabaa, sulla costa mediterranea del Paese nordafricano.

Lì, più di cinquecento persone si sono radunate per invocare lo smantellamento del nuovo mostro ecologico. Che, al di là dei problemi legati ai suoi costi ed alla sua futura attività, ha sottratto appunto a molti di loro la terra che ne garantiva il sostentamento.

La manifestazione è degenerata prima in un lancio di pietre e poi nell’utilizzo di armi da fuoco da parte delle forze dell’ordine, ed ha portato al ferimento di una decina di persone. Ancora una volta, insomma, anche in Egitto chi dovrebbe proteggere il popolo si è schierato dalla parte di chi lo vuole solamente sfruttare per i propri sporchi interessi.

Ha davvero ragione chi afferma che l’Africa non è poi così lontana, e non solo geograficamente. Che dire, altrimenti, di quanto sta avvenendo qui nella civile Italia con i risultati dei referendum dello scorso giugno?

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