Passo indietro della Basf sugli Ogm e stop al lancio di nuovi prodotti. Per la corporation tedesca, il mercato europeo non è più “economicamente interessante”, meglio concentrare le proprie attività oltre Atlantico.

L’azienda, che solo nel 2010 aveva lanciato nel mercato europeo la patata biotech “Amflora“, abbandona il Vecchio Continente perché gli Ogm “ in molte regioni d’Europa non sono sufficientemente accettati dalla maggioranza dei consumatori, agricoltori e responsabili politici. Per questo non c’è ragione economica per continuare a investire in prodotti che devono essere esclusivamente coltivati in questo mercato”. Insomma la patata, a esclusivo uso industriale e finora coltivata in Germania e Repubblica ceca, trasloca negli States, dove il “Frankestein food” è parte della dieta quotidiana.

“Meno uno”, staranno pensando gli ambientalisti di tutta Europa da anni in trincea contro il geneticamente modificato. Peccato che a Bruxelles e dintorni rimangono Monsanto, Syngenta, Dupont, Bayer e Dow.

Ad ogni modo, secondo Greenpeace, il passo indietro della Basf costituisce “una vittoria per i consumatori europei” e si inserisce in un trend mondiale. “Non solo gli europei stanno dicendo No agli Ogm – commenta Marco Contiero, responsabile agricoltura dell’organizzazione – ma il ritiro della Basf nelle Americhe è la conseguenza di una serie di sconfitte per l’industria biotech nel corso degli ultimi due anni in Cina, India, Tailandia e nelle Filippine. Questo vuol dire che il 90 per cento delle colture Ogm sono coltivate esclusivamente in quattro Paesi delle Americhe”.

L’anno scorso in India il ministro dell’Agricoltura ha negato l’autorizzazione per la coltivazione della melanzana Ogm, il primo genere alimentare modificato che si è cercato di introdurre nel gigante asiatico (oggi la produzione Ogm nel Paese resta limitata al cotone). Stesso copione in Cina: dopo più di un anno di campagna, lo scorso settembre Greenpeace è riuscita ad ottenere la sospensione del riso transgenico da parte del Governo di Pechino che ha ribadito il divieto della sua produzione.

Tornando in Europa, a Bruxelles la Commissione europea “prende atto dell’intenzione della società tedesca Basf di rinunciare allo sviluppo e alla commercializzazione di nuovi prodotti transgenici destinati all’Unione europea, considerando le riserve di alcuni Paesi nei confronti di questa tecnologia”, si legge nella nota ufficiale. Tuttavia “la decisione della Basf è strettamente industriale e non ha nulla a che vedere con l’impegno che sta portando avanti la Commissione europea per trovare una soluzione sul processo decisionale relativo gli Ogm”, ha poi aggiunto il portavoce del commissario Ue alla salute John Dalli. Insomma, la strada verso un’Europa completamente Ogm free è ancora lunga.

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