Aula magna Santa Lucia al completo per il conferimento della laurea honoris causa al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano? “L’ateneo e il rettore stesso si stanno adoperando da settimane, con il massimo impegno, al fine di soddisfare le istanze di coloro che a vario titolo rappresentano la comunità locale, compatibilmente con gli ovvi vincoli di spazio e sicurezza e con i molteplici obblighi di ospitalità istituzionale”.

Lo scrive l’ufficio stampa dell’università di Bologna che risponde così alla polemica innescata dai consiglieri comunali di centrodestra, innervositi per non essere ancora stati invitati alla cerimonia in programma il prossimo 30 gennaio. E aggiunge: “L’ateneo ritiene molto positivi, al di là di qualche tono polemico, l’interesse e l’impazienza che i rappresentanti delle istituzioni e tantissimi cittadini hanno manifestato per essere presenti”.

Come a dire che nessuno resterà fuori, che ci si schieri tra i 900 che troveranno posto nell’aula magna dell’Alma Mater oppure in Sala Borsa in piazza del Nettuno o allo Stabat Mater dell’Archiginnasio, in piazza Galvani, per assistere al conferimento della laurea ad honorem al capo dello Stato in relazioni internazionali.

Mentre giunge fresco l’annuncio che Napolitano riceverà un titolo analogo il 12 febbraio dall’università di Sassari, i consiglieri del Pdl che siedono a Palazzo d’Accursio intendono attendere prima di calare i toni alzati contro l’invito ancora non pervenuto. Se la Lega Nord già nei giorni scorsi aveva criticato la scelta dell’ateneo felsineo, al Carroccio si è aggiunto infatti il fronte del Popolo della Libertà che, per bocca del capogruppo in consiglio comunale Marco Lisei, aveva commentato che “evidentemente si è ritenuto di anteporre altre personalità”.

Forse il riferimento è all’attuale ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, presente il 30 gennaio e già commissario prefettizio della città, alla quale si addebita la doppia responsabilità di non aver accettato, oltre alla più recente proposta di cittadinanza onoraria, la candidatura a sindaco di centrodestra da contrapporre all’attuale sindaco Virginio Merola. E quasi a voler sfoderare il motto “chi non mi cerca non mi merita”, Lisei, dopo aver sollevato il polverone targato Pdl-Lega Nord ha aggiunto che “comunque non ci sarei andato perché non sono un estimatore di Napolitano”.

Stoccata finale al partito di maggioranza, il Pd, i cui consiglieri, sempre secondo Lisei, “fremevano per ascoltarlo. Vorrà dire che se alla fine ci concederanno posti limitati cederò il mio”. Dopo un primo dribbling della questione da parte dei vertici di Palazzo d’Accursio, a sedare la polemica ci ha pensato però già il presidente del gruppo consiliare Pd Sergio Lo Giudice su Facebook: “È è una nuova polemica di cui non si sentiva il bisogno”.

a.b.

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