Un'immagine del Gay Pride di Amsterdam

Una terapia per “guarire” dall’omosessualità a spese del sistema sanitario nazionale? Succede in Olanda, dove lo scorso martedì il quotidiano Trouw ha scatenato un putiferio rivelando che l’associazione Different, un’organizzazione cristiano-confessionale che fornisce assistenza nel campo del “disagio relazionale” (così si presentano sul loro sito web) offrirebbe collaudati percorsi di ”recupero dalla malattia dell’omosessualità”, con esito positivo, a detta loro, nel 30 per cento dei casi.

In un paese dove matrimoni ed adozioni per coppie dello stesso sesso sono legali da oltre un decennio, una certa cultura omofoba, incarnata soprattutto dalle minoranze protestanti che popolano il sud del Paese, è stata sempre tollerata in nome della libertà d’espressione. Ma da qui ad inserire un trattamento “privo di qualunque base scientifica ed anzi pericoloso, per gli effetti devastanti che può avere sulla personalità di alcuni pazienti”, – come ha tenuto a precisare Lode Wigersma presidente della Knmg, l’associazione che riunisce i medici olandesi- tra quelli coperti dalla polizza assicurativa obbligatoria è sembrato un po’ troppo a tutti.

Così, il sistema sanitario nazionale si è trovato a dover giustificare l’inserimento della fondazione ultra-confessionale e delle sue “cure” nell’elenco delle associazioni riconosciute. “Bizzarro” ha commentato il ministro della Salute Edith Schippers, ai microfoni della tv nazionale: “Non ne sapevo nulla, altrimenti sarei intervenuta immediatamente”. E ha aggiunto: “L’assicurazione sanitaria serve per coprire le spese relative a trattamenti per guarire dalle malattie e, visto che l’omosessualità non è una malattia, non vedo ragione per estendere la copertura a queste terapie”. Nel frattempo la fondazione cristiana, con sede nel cuore del quartiere a luci rosse di Amsterdam, per far fronte all’indignazione del mondo medico e dell’opinione pubblica, si è affrettata ad emettere un comunicato stampa, nel quale rispedisce al mittente le critiche e considera la ricostruzione del quotidiano protestante “parziale e non corretta”. In particolare quando accusa Different di procacciarsi nuovi clienti grazie alla connivenza delle chiese più conservatrici che indirizzerebbero i devoti omosessuali verso il programma di “purificazione” a spese pubbliche offerto dall’associazione.

In realtà nel comunicato stampa, non vi sono riferimenti alle parole del presidente dell’associazione Anouk Van Tooren come riportate nell’articolo incriminato: “molti dei nostri pazienti sono stati vittime di abusi sessuali in adolescenza, altri ancora sono stati coinvolti in episodi di incesto”, avrebbe detto, alludendo ad presunto collegamento tra omosessualità e violenza sui minori, tema ricorrente nelle campagne omofobe dei gruppi evangelici olandesi. E non a caso, proprio dalle micro-formazioni confessionali presenti in parlamento, l’Sgp ed il Christian Unie, sono arrivate le sole parole di solidarietà ed apprezzamento per il lavoro di ‘moralizzazione’ di Different, sommerse però da un ciclone di critiche bipartisan che hanno obbligato il governo ad intervenire.

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