Non sappia il Ministro cosa fanno lui e il suo Ministero. Non so se esiste questo comandamento nel decalogo della politica, ma mi sembra che il Ministro dell’Università e della Ricerca ne faccia una regola aurea: infatti sono in atto due processi fondamentali del Miur per l’università e la ricerca in Italia, che avranno rilievo per gli anni a venire, e sono improntati a logiche diametralmente opposte tra loro. Logiche così contraddittorie da rendere impossibile il perseguimento e persino l’individuazione di un qualunque obiettivo ragionevole.

Il primo dei processi in corso è la valutazione delle Università e degli Enti Pubblici di Ricerca (EPR) affidata all’Anvur. Ai fini di questa valutazione ogni ricercatore in servizio deve conferire 3 pubblicazioni se universitario e 6 se dipendente di un EPR, apparse nel periodo 2004-2010. Le pubblicazioni non possono essere ripetute nella struttura: se lavoro da solo all’Università me ne bastano 3, se ho un collaboratore dobbiamo averne 6 in modo che ciascuno di noi ne conferisca 3 diverse, se lavoro con 2 collaboratori dobbiamo averne 9 e così via (i numeri si raddoppiano se lavoro per un EPR). Se il docente o ricercatore non è in grado di conferire 3 (o 6) pubblicazioni decenti ottiene un punteggio negativo: il massimo punteggio ottenibile è 1, il minimo -1. Il punteggio della struttura è la somma dei punteggi dei dipendenti. Queste regole danno indicazioni precise: sono svantaggiati i gruppi grandi e favoriti quelli piccoli, è severamente punita la presenza di ricercatori inattivi, non è premiata l’eccellenza perché un ricercatore brillante potrebbe aver pubblicato molto piu’ di quanto richiesto e valutato dall’ANVUR, mentre il massimo punteggio previsto resta sempre 1.

Il secondo dei processi in corso è il bando dei progetti di ricerca (PRIN). Qui le indicazioni sono: minore precentuale di progetti finanziati rispetto al passato, con prevedibile aumento del numero di ricercatori inattivi, aggregazione di gruppi grandi su progetti più grandi che in passato, per conseguire l’eccellenza (parola abusata) in vista dei grandi progetti europei. In una parola: le indicazioni date con i bandi PRIN contraddicono in pieno quelle date con il bando ANVUR dallo stesso Ministero.

Gli intellettuali italiani (includo nella categoria i docenti e i ricercatori) sono da sempre e per lunga tradizione proni alle indicazioni della politica: siamo prontissimi ad attaccare il somaro dove vuole il padrone. Potrebbe, per favore, il padrone fermarsi un quarto d’ora a raccogliere le idee e farci sapere dove vuole che sia attaccato il somaro?

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