In 20 anni hanno salvato migliaia di volatili e animali feriti fornendo un servizio gratuito a tutti i bolognesi. Ma adesso la Lipu di Bologna è sotto sfratto. Vent’anni di promesse da parte delle istituzioni e di impegni presi dai vari sindaci di Bologna che si sono via via alternati a Palazzo D’Accursio in un grottesco susseguirsi di promesse, come ricordato oggi da Nadia Caselli della Lipu e dai consigliere comunale M5S Federica Salsi e da quello regionale Giovanni Favia riunitisi per denunciare l’accaduto.

C’è chi ricorda addirittura un Cofferati che in Consiglio comunale assicurò di stare lavorando per dare una sede a “un’associazione meritoria come la Lipu”. Ma ancora prima c’erano state promesse e dichiarazioni del consiglio Provinciale (2006) e, risalendo indietro nel tempo, del sindaco Walter Vitali. E quando finalmente i soldi per trovare una nuova sede sono stati stanziati dalla Regione, ci ha pensato il Comune di Bologna a farseli sfuggire dalle mani. “La Lipu è stata presa in giro e per negligenza sono stati buttati via più di 100mila euro”, è la denuncia del consigliere Favia.

Una storia, quella della Lipu, che potrebbe finire tra poche settimane con lo sfratto dell’associazione che dal 1996 a Bologna si occupata gratuitamente dell’assistenza di volatili e mammiferi feriti o in difficoltà. “Ogni anno diamo assistenza a più di 3200 tra volatili, lepri, e altri piccoli animali – spiega Nadia Caselli – a chiamarci sono i Vigili del Fuoco o direttamente la Polizia municipale che ovviamente non è preparata per affrontare certe situazioni. A tutti gli effetti svolgiamo un servizio pubblico. Nonostante questo in tutti questi anni nessuna amministrazione è stata in grado di trovarci una sede adeguata. E adesso siamo sotto sfratto”.

Verrebbe quasi da dire la classica ciliegina sulla torta, questa volta piuttosto amara, se non fosse che nella storia della Lipu bolognese si inserisce anche la perdita di fondi regionali e provinciali per 115mila euro. Fondi che il Comune di Bologna aveva a disposizione per ristrutturare una delle tante case abbandonate in suo possesso e affidarle ai volontari dell’associazione, e che invece, è la denuncia di Favia sono stati revocati proprio dalla Regione a causa della scadenza del bando. “Lipu è stata presa in giro per anni, il Comune piange miseria tutti i giorni, ma per pigrizia e disinteresse quel finanziamento è stato revocato perché sono scaduti i termini del bando e anche le sue proroghe. Insomma un atteggiamento incomprensibile e colpevole”.

Il bando regionale che avrebbe potuto risolvere i problemi della Lipu risale al 2007. La Regione avrebbe stanziato 105mila euro, la Provincia 10mila e la Lipu avrebbe messo altri 25mila euro raccolti tra i propri sostenitori. Compito del Comune di Bologna semplicemente sarebbe stato indicare un edificio da recuperare tra i tanti abbandonati di sua proprietà. “In tre anni, scaduti durante la gestione commissariale della Cancellieri, non ci sono riusciti – attacca Caselli – più volte ci hanno proposto delle soluzioni che il giorno dopo venivano da loro stessi bocciate”. “Caso clamoroso – continua la volontaria Lipu – fu l’assegnazione di uno stabile in via Bencivegni all’epoca di Cofferati. Ci dissero che era adeguato, il giorno dopo le ruspe stavano demolendo le costruzioni attorno, e nell’operazione resero pericolante anche la nuova sede”.

Che cosa succederà a fine febbraio quando la Lipu dovrà andarsene dall’attuale sede di via delle Tofane in zona stadio non si sa. “Non abbiamo nulla da recriminare contro il proprietario di quei 30 metri quadrati – spiega Caselli – è da anni che non paghiamo nulla e siamo ospitati. Adesso però sta vendendo tutto e vuole rientrare in possesso della sua proprietà”. E se i vigili del fuoco continuassero a chiamare i volontari della Lipu per avere assistenza? “Una volta fuori e senza sede non potremo più operare. Se si vuole scongiurare questa eventualità che qualcuno inizi realmente a trovare una soluzione. Ma dopo 20 anni non ci crediamo davvero più”.

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