La pace è ancora lontana. E difficilmente sarà trovata senza decisioni dolorose per il Carroccio. Ma adesso è necessario abbassare i toni e recuperare una unione (almeno apparente) per uscire indenni dalla manifestazione organizzata a Milano domenica 22. E’ questa la preoccupazione che Umberto Bossi ha espresso arrivando nel fortino di via Bellerio e per questo ha voluto incontrato Roberto Maroni. I due, riuniti dalle 14, negli ultimi giorni sono stati protagonisti di uno scontro che appare la resa dei conti definitiva, dopo la frattura che si è aperta nel partito nel 2008 e da allora rinviata a colpi di diktat. Ma la Lega è ormai divisa in due: Bossi, sostenuto dai vertici del partito, e Maroni, sostenuto dalla quasi totalità della base. I militanti del partito invocano la riunione del congresso federale per nominare il nuovo segretario. L’ultimo si è svolto nel 2002 e ha eletto Bossi. Da allora il Senatùr è stato colpito dalla malattia ed è stato affiancato da alcuni fedelissimi “nominati” dalla moglie, Manuela Marrone. L’affiancamento, secondo i maroniani, è progressivamente diventato accerchiamento. Fino all’assoggettamento. Tanto che c’è chi vorrebbe denunciare il Cerchio magico per sequestro di persona. Anche per questo la base considera necessario il congresso, così da poter eleggere un nuovo leader.

Il faccia a faccia tra i due è avvenuto a sorpresa. Non era previsto, come non era prevista alcuna riunione politica. E soprattutto ha colto di sorpresa gli uomini del fantomatico Cerchio Magico, i contestatissimi consiglieri additati come responsabili del declino del Capo e del partito. Marco Reguzzoni, informato da via Bellerio che Bossi era insieme a Maroni, ha raggiunto la sede del partito, arrivando oltre un’ora dopo. E’ la prima volta dopo diversi anni che il Senatùr ha un faccia a faccia diretto con Maroni senza la presenza di uno dei cerchisti. Il Senatùr, a quanto si apprende da via Bellerio, ha chiesto espressamente dei chiarimenti su quanto sta accadendo nel partito perché lui riteneva chiusa la questione del diktat già due giorni fa. Di fatto chi lo ha incontrato sabato sera a una cena in provincia di Como racconta di averlo visto rassicurato e convinto che la “questione Maroni” fosse rientrata.

La lite è ormai nota. Il Senatùr venerdì ha vietato all’ex ministro dell’Interno di partecipare ad appuntamenti pubblici a nome della Lega. “Mi viene da vomitare”, ha commentato Maroni sul suo profilo facebook raccontando l’accaduto e scatenando la dura e ferma reazione della base leghista che da mesi invoca la successione di “Bobo” alla guida del partito. Così Bossi è stato costretto a inserire la marcia indietro. Anche perché Maroni, per la prima volta nella storia della Lega, non ha rispettato il diktat del Capo e ha partecipato a Che tempo che fa su RaiTre ieri sera. “L’imconprensibile Fatwa di Bossi è stata sconfitta dai militanti“, ha detto durante la trasmissione parlando di quanto accaduto. E mercoledì sera a Varese parteciperà a quella che si sta trasformando in una manifestazione pro Maroni nel teatro cittadino.

IN EMILIA PRONTA L’EPURAZIONE PER I DISSIDENTI

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