”Che l’infiltrazione mafiosa sia un fenomeno che ci riguarda da vicino è senz’altro vero e non siamo tra quelli che pensano che sia sbagliato parlarne. Al contrario, servono parole e fatti. Qui presenta caratteristiche diverse, ma non meno pericolose, rispetto ad altre zone del Paese, in termini di infiltrazione nell’economia locale e avvelenamento del clima di legalità”. Lo rileva il presidente della Regione Vasco Errani in un intervento sulla Gazzetta di Modena, il quotidiano con il quale collabora Giovanni Tizian, il giovane giornalista che si occupa di criminalità organizzata al Nord e che da alcune settimane vive sotto scorta.

Come Regione – ricorda tra l’altro Errani – abbiamo fatto innanzitutto due leggi “che non formulano auspici, ma che danno concreti strumenti di contrasto alla criminalità”. E’ stata approvata una legge “che promuove la legalità e la semplificazione nel settore delle costruzioni, sia a committenza pubblica che privata”, e sono stati siglati protocolli con alcune Prefetture: il primo, sui controlli antimafia, ha abbassato le soglie previste dalla normativa statale (“Questo vuol dire estendere i controlli per tutti gli appalti e i subappalti di servizi e forniture considerati ‘sensibilì, parlo ad esempio di trasporto e smaltimento rifiuti, trasporto terra e materiali inerti”), il secondo ha esteso per la prima volta all’edilizia privata la verifica antimafia.

“E poi c’è – aggiunge il presidente – il delicatissimo settore del credito. Abbiamo puntato in questi anni sui Consorzi Fidi, sostenendoli in modo tale da assicurare disponibilità di credito al nostro sistema produttivo. Lo scorso anno, poi, abbiamo varato la legge di prevenzione delle infiltrazioni mafiose e per la diffusione della cultura della legalità. Sono stati finanziati oltre 60 progetti e gli accordi saranno firmati in Regione proprio lunedì. Si tratta di progetti che hanno coinvolto scuole, Associazioni, Comuni, Province, Università, Polizie locali, Arma dei Carabinieri, Associazione nazionale magistrati”. Errani ricorda anche il Patto per lo sviluppo intelligente, promosso con tutte le forze economiche e sociali dell’Emilia Romagna, che fa perno proprio sulla questione della legalità, “del rilancio di un’economia sostenibile e sana”.

“Non si parte da zero, vogliamo rispondere con i fatti – conclude – Ci si unisce, si fa rete, si mettono insieme risorse ed energie. Al di là delle differenze che ci sono tra noi. E questo faremo. Per battere un fenomeno che c’è, che affrontiamo a viso aperto, che ci preoccupa ma che siamo certi di poter combattere in modo adeguato. Questo è l’impegno della Regione Emilia Romagna, che intendiamo rendere sempre più solido ed efficace”.

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