Caro Direttore,
come sai al Parlamento Europeo, in qualità di membro della Commissione Libe, oltre ad occuparmi di giustizia e affari interni, ho condotto delle lunghe battaglie per le libertà civili e la libertà di stampa ed espressione. Anche e soprattutto per quanto riguarda il nostro Paese, interessato per lunghissimo tempo da un deficit di informazione dovuto al controllo spasmodico da parte del governo Berlusconi. Il mio impegno, in tal senso, è dovuto certamente in parte alla mia storia personale, ma anche e soprattutto a valori e principi che mi appartengono da sempre e che dovrebbero appartenere ad ogni individuo che decida di fare politica.

Per cui ieri, leggendo la notizia relativa alle pesanti intimidazioni subìte dal giovanissimo giornalista Giovanni Tizian, ho provato una profonda amarezza dovuta al fatto, odioso, di dover assistere al tragico scenario di un cronista scrupoloso, appassionato e attento che non può condurre serenamente le proprie inchieste, non può svolgere il proprio lavoro, non può informare.

Anche io, come Giovanni, seppure in un’altra veste (quella di Presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia), ho parlato, attraverso una serie di incontri pubblici, della presenza delle cosche in Emilia Romagna e, poiché l’approccio della politica è assolutamente inadeguato rispetto al peso economico e sociale che le mafie rappresentano ormai anche per il Nord, ritengo che l’impegno di un giornalista ventinovenne, peraltro figlio di una vittima di ‘ndrangheta, sia meritevole di essere premiato e soprattutto difeso come patrimonio culturale che appartiene a tutti i cittadini onesti.

Questa missione, ovvero la difesa della libertà d’espressione e di parola, spetta alla parte sana della politica e ancor di più allo stesso mondo dell’informazione e della grande stampa, troppo spesso indifferente o superficiale di fronte a “episodi” di questo genere. Poiché ritengo ilfattoquotidiano.it uno spazio di informazione di rilievo e poiché sappiamo essere l’unico megafono veramente libero e privo di filtri in virtù del fatto che i lettori sono i suoi unici finanziatori, non posso che rivolgermi a te.

Unendomi alle tante voci che stanno correndo sul web nelle ultime ore, quindi, ti chiedo, senza timore di risultare inopportuna, di offrire a Giovanni Tizian uno spazio permanente su ilfattoquotidiano.it affinchè possa continuare a esercitare il suo diritto-dovere di informare e affinchè gli stessi lettori possano esercitare il proprio diritto-dovere di essere informati.

La Repubblica tradita

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