La manovra ‘salva Italia’ dovrebbe risanare il paese e dissipare le preoccupazioni dell’Europa circa i nostri conti pubblici. Ma tra i sacrifici richiesti ai cittadini, dall’Ici ai rincari della benzina, chi salverà le categorie più a rischio come giovani e anziani? A chiederlo sono alcune associazioni che si sono unite in una iniziativa nata nelle periferie romane. Si tratta di un “appello a Monti”, da sottoscrivere online o compilando un modulo disponibile sul sito. E per la raccolta firme stanno nascendo alcuni comitati a Milano, Lamezia Terme, Ragusa e L’Aquila. L’obiettivo del Comitato promotore è quello di raggiungere 100mila firme entro fine gennaio per chiedere al Presidente del Consiglio e al suo governo di istituire un nuovo fondo per la non autosufficienza e di un reddito di cittadinanza per i disoccupati e i giovani in cerca di lavoro.

“Come cittadini italiani responsabilmente ci faremo carico dei duri sacrifici imposti dalla necessaria manovra finanziaria – si legge sul sito -. Siamo fiduciosi che possano servire a salvare il Paese, a sanare i conti pubblici e, soprattutto, a costruire un futuro più sereno per i nostri figli”. Ma il risanamento del paese non può prescindere da una seria valutazione circa le difficoltà di anziani e delle giovani generazioni, colpite dalla crisi e dalla mancanza di lavoro. Infatti in Italia “tra i poveri ci sono ben 1,5 milioni di anziani, e proprio in quella fascia di età malattie croniche e degenerative moltiplicano gli stati di non autosufficienza” e più di 1 milione e 300 mila di loro non è autosufficiente. Per quanto riguarda i giovani, invece, 1,8 milioni sono “poveri, perché privi di reddito o drammaticamente precari”.

“Siamo molto vicini ai centri anziani delle periferie romane –  spiega Fabrizio Apruzzese del Comitato promotore –  e parlando con loro ci siamo resi conto della  non autosufficienza di alcuni pensionati che spesso hanno nipoti disoccupati”. I primi ad aderire all’appello sono stati il ‘Centro anziani Romanina’, a cui si sono uniti ‘Associazione democratici per le periferie’ (Adp) e ‘Nuove periferie del Lazio’, coordinati dai centri anziani del XX Municipio. Vista la situazione delle periferie della Capitale, in cui “la situazione per i giovani e gli anziani è notevolmente peggiorata con l’avanzare della crisi”, per le associazioni è urgente la creazione del “reddito minimo di cittadinanza a sostegno, come ci indica l’Europa, di percorsi di formazione, di avviamento al lavoro, di impiego in attività socialmente utili” e di “un nuovo Fondo per un sostegno più adeguato alle famiglie che assistono i loro anziani non autosufficienti o i figli gravemente disabili”.

“Le risorse potrebbero essere ricavate anche dal taglio delle spese militari – osserva Guido Barbera, presidente del Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale (Cipsi) – L’appello, di fatto, è nato in occasione della Giornata della Pace del 1 gennaio. Abbiamo un esercito con più comandanti che truppe disponibili e molte di queste sono una spesa che non si concentra, come molti italiani pensano, nelle missioni di pace”. Barbera ricorda inoltre che “una politica di pace possa davvero cambiare la redistribuzione del reddito e il mercato del lavoro per i giovani: infatti, come ha dimostrato una recente ricerca dell’Università del Massachusetts, “1 miliardo di dollari investiti nella Difesa genera soltanto solo 11 mila posti di lavoro. Con la stessa cifra, le energie rinnovabili ne creano 17 mila e 29 mila nel campo dell’educazione. E’ così che cresce un Paese, non con l’acquisto di 131 caccia F35”. Anche se “il governo finora ha dato segnali positivi”, conclude Barbera, l’appello chiede a Monti di dare “alle famiglie italiane un segno tangibile della volontà del governo di uscire dalla crisi attraverso un virtuoso percorso che porti più giustizia ed equità nel nostro vivere quotidiano”. Perché i cittadini, specie quelli più in difficoltà, tornino a essere protagonisti nella vita del nostro Paese.

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