Senatore della Repubblica e garante dei diritti dei detenuti siciliani, Salvo Fleres, giornalista professionista, ex Forza Italia, oggi Grande Sud, uno degli uomini più vicini a Marcello Dell’Utri è l’ultimo dei big della ‘’doppia poltrona’’ pagata a suon di migliaia di euro, 100 mila, per la precisione, su una dotazione di 176 mila destinati all’ufficio. A tenere stretto il doppio incarico, però, ha pensato egli stesso, in modo del tutto preveggente che oggi suscita qualche commento indignato e molti risolini divertiti in assemblea regionale.

Tutto parte nel 1997 quando una legge regionale, la 19 del 20 giugno, spedisce la Sicilia all’avanguardia nella lotta alla doppia poltrona, oggi vietata dalla Corte Costituzionale, stabilendo l’incompatibilità fra i parlamentari – europei, nazionali e regionali – e gli incarichi nella pubblica amministrazione siciliana. Nove anni dopo, nel 2006, in vista dell’insediamento dell’ufficio del garante dei diritti dei detenuti, un emendamento a un disegno di legge sul Dipartimento di architettura e arte contemporanea della regione siciliana presentato da tre deputati di Forza Italia (Dore Misuraca, Giuseppe Catania e Giuseppe Maurici, gli ultimi due vicini alle posizioni di Dell’Utri) introduce una sola deroga al principio dell’incompatibilità: quella del garante dei diritti dei detenuti.

Era un emendamento ammissibile, in un disegno di legge che con i detenuti e le incompatibilità non c’entrava nulla? A norma di regolamento no, a decidere di accettarlo, quel giorno in assemblea, fu il vice presidente Salvo Fleres, che l’anno successivo diventò proprio garante dei diritti dei detenuti. La vicenda è venuta a galla nei giorni scorsi, dopo la denuncia in commissione Bilancio di Lino Buscemi, il dirigente dell’ufficio che dopo l’autosospensione di Fleres dallo stipendio, ha precisato che non di rinuncia si tratta, ma, appunto, di sospensione: e quindi quando Fleres chiederà gli arretrati, l’ufficio sarà costretto a versarglieli. Sottraendoli ai suoi compiti istituzionali. Non è la prima volta che Fleres si improvvisa prestigiatore della legislazione regionale: nel 2001 presentò un articolo alla Finanziaria che promuoveva dalla qualifica di caposervizio a quella di caporedattore i giornalisti degli uffici stampa dei Parchi siciliani. Nell’isola sono poco più di un paio, e uno di questi, in aspettativa, si chiama Salvo Fleres, ma in quel caso gli andò male: il commissario dello Stato impugnò la norma e non se ne fece più nulla.

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