Dopo i mega controlli delle Fiamme Gialle a Cortina d’Ampezzo e a Portofino, doveva essere un’approfondita ricognizione sullo stato delle cose in merito all’evasione fiscale in Italia. Ma l’ospitata “estera” nella fascia serale di La7 condotta da Lilli Gruber è risultata più un appuntamento esotico che un vero riconoscimento dei problemi della realtà sanmarinese.

Il segretario di stato alla giustizia di San Marino, il 61enne Augusto Casali, in collegamento dal Titano, ha avuto lo scomodo onere di rappresentare uno dei più discussi paradisi fiscali, mentre in studio il limpido quadro della difficile situazione italiana veniva descritto dal procuratore aggiunto Nello Rossi, colui che nemmeno un mese fece richiesta ufficiale di una superprocura antievasione fiscale.

E se il servizio di presentazione aveva tristemente elencato una serie di fatti non proprio a norma di legge accaduti a San Marino solo negli ultimi dieci mesi (una finanziaria con sede sul Titano per le tangenti Finmeccanica da 4milioni di euro, depositi bancari dei Casalesi e della criminalità calabrese, i proprietari di due dei tre quotidiani locali coinvolti in inchieste di mafia e camorra) l’andamento tra domanda e risposta di conduttrice e intervistato ha avuto quasi del surreale.

“Vorremmo smontare l’immagine di una San Marino dedita alla criminalità organizzata. Siamo un luogo dove c’è benessere e ovviamente la malavita tenta di entrare”, ha spiegato Casali, “è anche vero che abbiamo commesso errori di sottovalutazione, ma da un po’ di tempo iniziato un percorso virtuoso con il governo insediatosi agli inizi del 2009”.

Poi una domanda diretta al cuore del problema: “ma come pensate di contrastare concretamente il fenomeno del riciclaggio?” Risposta, letterale: “Ci teniamo alla nostra reputazione, San Marino è tante cose: solidarietà a Garibaldi o l’ospitalità di 100mila sfollati riminesi durante la seconda guerra mondiale”.

Non siete quindi un porto felice per evasori fiscali? “Abbiamo compiuto passi avanti che ci sono valsi i riconoscimenti del Fondo Monetario Internazionale. La criminalità ci preoccupa e abbiamo scelto di trasformare la nostra economia in qualcosa di più reale e trasparente”

Ma le difficoltà per le indagini delle procure italiane sul territorio di San Marino permangono, come ha affermato lo stesso Rossi dagli studi de La7. In merito alle rogatorie internazionali, per esempio, esistevano norme che imponevano all’inquirente di indicare tutti i nomi degli indagati: “Abbiamo fatto delle modifiche e stiamo cercando di farle funzionare”.

E ancora il segretario incalzato dalla conduttrice: “le risulta stiano aumentando i cittadini italiani portano capitali da voi?” “No, ma vorrei dire che ce ne siamo resi conto da poco tempo di quello che accade e ci siamo organizzati. Abbiamo istituito anche un osservatorio sulla legalità e una commissione antimafia che a San Marino non c’era”.

Infine il capolavoro dialettico: “Siete mai stato un paradiso fiscale?”. “No”. Imbarazzo in studio: “Almeno ospitale?”. “Per certi versi avete ragione – ha chiosato Casali, dirigente politico di lungo corso tra i socialisti sanmarinesi almeno dagli anni ottanta – ma abbiamo confini diversi dai paradisi fiscali tradizionali. Va ricordato che San Marino è completamente circondato dal territorio italiano”.

d.t.

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