E’ un Mario Monti, quello arrivato a Reggio Emilia per i 215 anni del Tricolore, che non risparmia nessuno. E, per la prima volta, seppur indirettamente, fa riferimento al governo che lo ha preceduto: “E’ inammissibile che i lavoratori compiano sacrifici mentre c’è una porzione importante di ricchezza che sfugge alla tassazione, accrescendo così la pressione tributaria su chi non può sottrarsi al fisco. L’espressione corrente di mettere le mani nelle tasche degli italiani (qui il riferimento a Berlusconi, che l’espressione l’ha usata più di una volta ndr) non mi ha mai persuaso e comunque è incompleta perché ci sono altri atti di mani che entrano nelle tasche. Alcuni italiani mettono le mani nelle tasche di altri italiani: sono gli evasori rispetto ai contribuenti”.

E’ il punto centrale del discorso di Monti sul palco del teatro Valli, pieno centro dell’Emilia produttiva, quella di Reggio, guidata da un sindaco, Graziano Delrio, che da due mesi è anche presidente dell’Anci. In platea lo ascoltano Pierluigi Bersani, Pierluigi Castagnetti, i sindaci di tutta la Regione (quello di Bologna era in vacanza, ma rappresentato dalla sua vice) e, soprattutto, l’ospite inatteso, Romano Prodi, al quale Monti non manca di fare i ringraziamenti in nome di una vecchia amicizia nata proprio in Europa. Quando parla di evasione, Monti, spende due parole anche per gli uomini e alle donne della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, che la combattono l’evasione fiscale. “A loro va il mio appoggio”.

Evasione, ma anche corruzione. E una serie di provvedimenti che Monti assicura arriveranno: “Nei prossimi mesi il governo metterà in atto una scossa e una accelerazione potente alla lotta contro la corruzione che frena gli investimenti. Il governo opererà con provvedimenti legislativi e amministrativi” nella lotta alla corruzione che è un elemento che frena la crescita”.

Spostandosi su quello che riguarda l’assetto europeo il presidente del consiglio ha spiegato che  “nessun Paese può andare avanti da solo. L’Europa supererà la crisi solo con un’azione unitaria, l’Italia si deve ricordare di essere uno dei paesi fondatori dell’Europa. L’Italia negli ultimi 15 anni è cresciuta meno degli altri paesi europei. Solo il 54% della popolazione adulta è diplomato, un dato in ribasso rispetto alla media Ocse. Dobbiamo quindi studiare di più, oltre a investire di più per contribuire alla crescita del Pil”. L’orgoglio dell’Italia è la base “industriale del Paese, fatta di piccoli e medie imprese”, per questo occorre avere imprese “più grandi e internazionalizzate”.

La giornata si è aperta con il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “In questa tensione verso una maggiore e più matura coesione sociale vanno anche oggi rintracciate le energie positive che possono consentire di affrontare le difficoltà della situazione presente, assolvendo ai gravosi impegni che sono di fronte al nostro paese con rigore ed equità”. Oggi si festeggia infatti l’adozione della bandiera tricolore come simbolo della repubblica Cispadana, proposta il 7 gennaio 1797 da Giuseppe Compagnoni, segretario generale della confederazione al congresso costitutivo tenutosi a Reggio Emilia. Presa poi dai Savoia, che inserirono il loro stemma al centro della banda bianca, il tricolore fu confermato con l’avvento della Repubblica nel 1946.

Il presidente del Consiglio Monti, è arrivato in mattinata accolto tra gli applausi e ha detto: “I giovani sono l’ispirazione delle misure che il governo ha varato e varerà”, individuando nelle nuove generazioni una fonte di ispirazione e i principali destinatari dell’azione del suo Esecutivo. Il premier ha poi partecipato alla cerimonia di consegna ai giovani della Costituzione italiana, sottolineando la necessità di “unirci perché l’Italia sia sempre più forte e rispettata in Europa e nel mondo”. “Questa – ha spiegato Monti – è la prima visita in una città italiana e mi sembra giusto cominciare da qui. Comuni e comunità sono le parole su cui l’Italia si è spiritualmente fondata. Anche per l’Europa io preferivo la parola ‘Comunità europea’ perché comunità dice tutto”.

Come Monti, anche il presidente Napolitano ha ricordato che “un anno fa, il 7 gennaio 2011, a Reggio Emilia, in occasione della Giornata nazionale del Tricolore rinnovai il mio appello a fare delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia un importante percorso di approfondimento e di riflessione comune sul lungo processo storico di costruzione dell’Unità nazionale e sui valori che lo hanno contrassegnato”. “Gli eventi organizzati in tutta la penisola per questa ricorrenza, grazie ad una grande mobilitazione popolare, segno di un ritrovato orgoglio nazionale, hanno avuto come riferimento più immediato e percepibile la bandiera, che i Costituenti – prosegue – non a caso scelsero come vessillo della Repubblica, simbolo dell’Italia una e indivisibile e dei valori e principi di democrazia, solidarietà e promozione delle autonomie compiutamente e definitivamente sanciti nella nostra Carta costituzionale”.

il video è di Giulia Zaccariello

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