Pierluigi Bersani, Antonio La Forgia, Pietro Lunardi, Michela Vittoria Brambilla e Francesco Biava. Questi sono i nomi dei cinque deputati eletti in Emilia Romagna bocciati dal rapporto “Camere aperte” stilato da Openpolis, sulla produttività dei parlamentari italiani. Nomi che, lontani dalla sufficienza, si sono classificati oltre il cinquecentesimo posto su 630 onorevoli. Un bilancio magro che in generale colpisce quasi tutti i 43 rappresentanti seduti a Montecitorio, un risultato che fa pensare e rappresenta, in media, una sufficienza risicata, ben lontana dalla promozione a pieni voti che avrebbero dovuto ottenere in un periodo di crisi economica e di riforme da approvare. Di slogan e di promesse ancora in sospeso.

L’Emilia Romagna non ha brillato in Parlamento, né a destra né a sinistra, e le assenze tra Camera e Senato hanno raggiunto il 12%, superando buona parte delle regioni italiane tra cui Piemonte, 11,6%, e Lombardia, 10,6%. In pratica hanno fatto peggio solo il Lazio, con un assenteismo del 15,4%, la Sardegna e il sud Italia, con una media del 15%.

E se a Palazzo Madama si è registrato un rendimento appena migliore, con quattro senatori promossi a pieni voti e posizionati entro i primi quindici classificati, Filippo Berselli, Pdl, sesto seguito da Giampaolo Bettamio, Pdl, nono, Luigi Li Gotti, Idv, undicesimo e Giuliano Barbolini, Pd, dodicesimo, la classifica degli onorevoli locali è risultata a tutti gli effetti molto meno lusinghiera.

Escludendo infatti le rare anomalie virtuose, capitanate in primis dall’onorevole Manuela Ghizzoni, Partito Democratico, arrivata ventunesima, la maggior parte dei politici nostrani al governo si è collocata solo attorno alla duecentesima posizione, con qualche eccezione e molti deputati rimandati a settembre.

I punteggi raccolti e assegnati sulla base di presenze, assenze e di un indice di produttività calcolato considerando la tipologia di atti promossi, il consenso ricevuto, l’iter e la partecipazione del parlamentare ai lavori, sono risultati in effetti piuttosto mediocri.

In pochi si sono distinti per la loro attività alla Camera e tra le posizioni più alte della classifica compaiono solo Emerenzio Barbieri, Pdl, ventunesimo con l’86,23% di presenze, Giuliano Cazzola, Pdl, al ventiquattresimo posto e Antonio Palagiano, Idv, trentasettesimo.

Per tutti gli altri, senza particolari distinzioni di colore o sigla di partito, il risultato è preoccupante, bisogna scendere dopo la centesima posizione per trovare qualche nome emiliano romagnolo e ben otto deputati nostrani si sono classificati tra gli ultimi, con assenze sopra alla media generale, il 15%, e poche, o nulle, missioni a giustificare lo scarso rendimento. Dov’erano quindi gli onorevoli locali, quando avrebbero dovuto trovarsi in aula a votare un qualche provvedimento?

Deludente il rendimento del segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani, arrivato al 547° posto, praticamente nei meandri della classifica. La sua produttività ha meritato solo 69,7 punti, con una percentuale di presenze del 30,72% e ben il 69,28% di assenze, e non per missioni. Sebbene l’indice non distingua i casi relativi a malattia, il dato è troppo alto per riferirsi alle sole indisposizioni del discusso capitano del Pd.

Vicino a lui si è classificata l’ex modella Michela Vittoria Brambilla, 567°, a un solo posto di distacco dal leader del carroccio Umberto Bossi, 568°. La rossa deputata berlusconiana, nota all’Italia per il suo impegno nelle battaglie animaliste e per la sua partecipazione a Miss Italia ha, a quanto pare, dovuto partecipare a molte missioni istituzionali, 87,98%, perché a Montecitorio è stata presente solo nel 5,90% dei casi. Guadagnando appena 68,3 punti. Cartellino rosso anche per il pluricontestato pidiellino Pietro Lunardi, 579°, che in un anno ha raggiunto un tasso di assenteismo pari al15% senza che ci fosse alcuna missione istituzionale a giustificarlo.

Una piccola Caporetto quella di Montecitorio, che potrebbe far discutere l’opinione pubblica già infuriata sul tema dei privilegi e dei tagli ai costi della politica, promessi, discussi ma fino ad ora assenti. Proprio come i deputati.

C'era una volta la Sinistra

di Antonio Padellaro e Silvia Truzzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Bologna, il film sul Subbuteo dove gli spettatori possono diventarne produttori

next
Articolo Successivo

Monti promette guerra sulle tasse: “Gli evasori svuotano le tasche agli italiani” (video)

next