Nella prima giornata di contrattazioni del nuovo anno, il trend della borsa è assai diverso da quello del 2011. Ad inizio mattina, del resto, lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti è restato sopra quota 520 punti, a 527 punti. Il rendimento dei decennali si è attestato al 7,09 per cento. Ora lo Spread tra Btp e Bund decennali cala sotto 500 punti base (a 499) con il rendimento della carta italiana a 10 anni al 6,92%. In tensione, invece, il differenziale Francia-Germania che viaggia sopra i 130 punti (134), mentre quello della Spagna oscilla sui 320 punti.

Chiusura in rialzo per Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che a fine giornata segna +2,42% a 15.454,62 punti. Bene l’energia con Terna e A2A, rialzi sopra la media per Fiat, Geox, Mediaset e Fonsai. La mancanza del riferimento di Wall Street non ha fermato la Borsa milanese, anche se gli scambi sono rimasti abbondantemente al di sotto del miliardo di euro di controvalore, a quota 800 milioni di euro, come peraltro nelle sedute precedenti, complice il periodo di ferie. Buone iniziative in acquisto, mentre il quadro macroeconomico ha visto il dato positivo dell’indice Pmi cinese, in aumento a dicembre, e la crescita dell’occupazione in Germania. Dinamica decrescente per lo spread. E tutte le altre piazze europee hanno archiviato la prima giornata  dell’anno in positivo: a Francoforte l’indice Dax segna un progresso del 3% a 6.075,52 punti e a Parigi il Cac dell’1,98% a 3.222,30 punti. Bene anche il Bel con +1,48%, l’Aex con +1,39%, l’Ibex con +1,74% e il Psi con +2,13% e Madrid +1,84%.

Oggi l’euro compie 10 anni di vita, ma per il Centre for Economics and Business Research (CEBR), la moneta unica faticherà a raggiungere la “maggiore età”: per il noto centro di studio britannico al 99% l’euro si dissolverà nei prossimi dieci anni. A dare il là alla grande fuga sarà la Grecia, che stando al CEBR uscirà già quest’anno. E l’Italia potrebbe presto seguirla. “Non è ancora detta l’ultima parola”, ha concesso il direttore Douglas McWilliams. “Questo scenario ha il 60% di probabilità di diventare realtà. Ma la nostra previsione è che entro la fine dell’anno almeno un Paese uscirà dall’euro”. A questo proposito la Grecia è vista come il candidato “quasi sicuro” mentre per l’Italia il CEBR calcola una probabilità “più alta” sull’uscita che sulla “permanenza” nell’euro.

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