Tra le soluzioni per la crescita vedo riapparire la pericolosa parola infrastrutture.  Tra i pochi vantaggi della crisi poteva esserci quello di esserci  liberati del gigantismo a spese  “dei contribuenti” che incombe in varie zone del paese e invece rischia di resistere  e risorgere ammantato  dalla missione salvifica di far ripartire la crescita. Per quale motivo  autostrade  e linee ferroviarie farebbero bene alla crescita? Forse perché la nostra economia soffre di trasporti troppo lenti, siamo un paesino isolato che ha bisogno che gli asfaltino la strada?

Ma no, dovrebbe essere chiaro che non è così. E anche dove così può sembrare – che so, in alcun tratti autostradali che portano a Milano – ciò di cui avremmo bisogno è capacità di organizzazione ed uso più efficiente dei mezzi di trasporto, non di sacrificare altro territorio per ampliare le autostrade. Che poi quando le linee ci sono si tagliano i servizi, come i treni notturni che hanno fatto l’Unità d’Italia. Perché sono in perdita, si dice. A quali astronomiche tariffe si dovrebbe viaggiare sui Treni ad Alta Velocità Torino Lione perché non siano in perdita, signori Moretti e Passera? Nei giorni scorsi il governo italiano ha rinnovato l’accordo con la Francia per l’inutile Tav. A cosa serve un governo tecnico dei professori se non è capace di interrompere la subalternità alle lobby del cemento e del movimento terra?  Sono solo capaci di “superare i tabù” dell’età pensionabile. Ci pensavo in questi giorni mentre seguivo la coraggiosa e impegnativa impresa dei tre cuccettisti licenziati che hanno occupato per due gelide notti un pezzo del cantiere del grattacielo Intesa San Paolo a Torino.

L’inutile mastodonte per il quale Passera come amministratore delegato di Intesa San Paolo ha trovato mezzo miliardo – e lo ha confermato pochi mesi fa quando gli abbiamo chiesto invano di ridimensionare il progetto. Lo stesso Passera che ha avallato l’abolizione dei treni notturni per il Sud e firmato l’accordo per il Tav con Parigi.  Ma la benedetta crescita e le benedette infrastrutture non potrebbero essere fatte di qualcosa di utile, per esempio banda larga in tutti i comuni italiani?

(Dedicato a Giorgio Bocca che negli ultimi anni era diventato quasi un portavoce della critica a questa fasulla “modernizzazione”).

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