Quella dei Pearl Jam è veramente una gran bella storia, ma è anche abbastanza intricata e complessa per comprenderla fino in fondo. Definiti “gruppo costruito a tavolino” dalla stampa inglese quando fecero la loro prima comparsa sulla scena musicale internazionale, scavalcati poco dopo dai Nirvana di Kurt Cobain e considerati “uncool” (insomma sfigati) negli Stati Uniti, risulta estremamente difficile comprendere come, dopo 20 anni di carriera, i Pearl Jam siano diventati “una delle più grandi band della storia del rock” al pari di Led Zeppelin, Pink Floyd, Neil Young e Bruce Springsteen.

Ed è per questo che “Pearl Jam Evolution” (Chinasky edizioni, pagg. 360, euro 19.50) di Luca Villa e Daria Moretti, i webmasters del principale sito italiano dedicato alla band di Seattle è, a mio parere, un libro che ogni appassionato o fan (nel vero senso della parola) vorrebbe leggere sulla propria band preferita. Anche se credevate di sapere tutto – specialmente dopo aver visto il film di Cameron CrowePearl Jam Twenty” – bè, dovrete ricredervi perché scoprirete molto di più riguardo quest’avventura iniziata a Seattle più di 20 anni fa, tra salti nel vuoto (e non solo quelli di Eddie Vedder dai palchi di mezzo mondo) prese di posizione (politiche e battaglie legali) e difesa dei diritti dei più deboli, delle minoranze, degli animali, sensibilizzando verso tematiche oggi più che mai importanti come la salvaguardia dell’ambiente e scottanti come la pena di morte e l’aborto.

La lettura di Pearl Jam Evolution è come un viaggio che, attraverso interviste alla band e analisi approfondite, descrive la loro evoluzione come musicisti e persone nel corso di tutti questi anni, corredato da una discografia completa, una videografia e un elenco dei progetti solisti, scavando a fondo nella storia dei Pearl Jam per farne emergere un ritratto diverso dei cinque musicisti di Seattle rispetto ai fiumi di inchiostro che in questi anni sono stati versati in loro nome. In attesa di poterli vedere dal vivo (sul sito pearljamonline.it trovate tutte le date della tournée del 2012) non mi resta che augurarvi una buona lettura. E, come sempre, Vive le Rock!

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