Si parla di punizioni sopra le righe, manette usate impropriamente, scappellotti ai ragazzi detenuti e ancora un uso eccessivo della cella di isolamento, a volte utilizzata dopo aver smontato la finestra, per lasciare i giovani al freddo. È questo quello che emergerebbe dalla relazione finale dell’ispettore del Dap mandato il 6 dicembre scorso dal ministro della Giustizia al carcere minorile di Bologna. Una relazione in cui si parla anche di quattro tentativi di suicidio, un presunto abuso sessuale nei confronti di un ragazzo di quindici anni da parte di altri detenuti, risse, agenti della polizia penitenziaria percossi, estorsioni, incendi, danneggiamenti e lesioni.

Una serie di eventi che però non sono mai stati comunicati all’autorità giudiziaria, ed è per questo motivo che il ministro Paola Severino ha rimosso dai loro incarichi per una “diffusa e persistente violazione di obblighi di correttezza gestionale” il direttore del carcere del Pratello, Lorenzo Roccaro, il direttore del centro giustizia minorile di Bologna, Giuseppe Centomani, e il comandante della polizia penitenziaria Aurelio Morgillo. Il motivo, secondo il Dipartimento di giustizia minorile, andrebbe ricercato in una presunta volontà di coprire gli episodi di violenza dando l’idea che nel carcere bolognese del Pratello tutto filasse liscio. Nella relazione si parla inoltre di celle trovate sporche, in cui si trovavano anche quattro ragazzi, di estorsioni odiose, tra il bullismo da una parte e il lassismo dei vertici dall’altra.

Una realtà ancora da verificare, ma che disegna un clima di terrore nel carcere minorile di via del Pratello a Bologna. La procura ordinaria di piazza Trento e Trieste ha aperto un fascicolo per omissione di rapporto su segnalazione del capo di quella minorile, Ugo Pastore. Ma, per ora, non risultano iscritti nel registro degli indagati. Non è comunque escluso che siano ipotizzati reati a carico di alcuni agenti, anche se, visto che annotavano nei registri le punizioni, sarebbe difficile dimostrare e supporre che agivano nella consapevolezza di commettere illeciti. Diverso, invece, il caso in cui dovessero essere accertati comportamenti impropri e sopra le righe.

Sarebbero in tutto 25 i ragazzi coinvolti negli episodi di bullismo e violenza mai denunciati dai vertici e segnalati dall’ispettore, e circa 30 i casi di abusi all’attenzione della procura dei Minori negli ultimi due anni.

Uno scenario che è stato scoperto dall’inchiesta del capo della procura Minorile, Ugo Pastore, iniziata alcuni mesi fa e venuta alla luce dopo la lettera mandata da due assistenti sociali ai dirigenti del carcere su una presunta violenza sessuale dello scorso settembre ai danni di un ragazzo di quindici anni, da parte di un sedicenne e un diciassettenne. Questi ultimi puniti poi con due giorni di sospensione dalle attività comuni, ma nessuno denunciò il reato alla procura Minorile. Un’omissione simile ad altre avvenute all’interno del carcere. E mercoledì scorso, dopo gli accertamenti dell’ispettore del Dap, Francesco Cascini, è arrivata la rimozione dei vertici.

Ad indagare ora sono i carabinieri di Porta Lame di Bologna. Gli episodi di violenza e bullismo tra i giovani detenuti sono tutti indicati nel registro disciplinare del carcere, ed ora acquisiti dai carabinieri. Ma non uscivano dalle celle di via del Pratello. I detenuti hanno, inoltre, descritto agli ispettori uno scenario infernale, con scarso cibo, manette facili, celle di isolamento gelide. Eventi che sono ora sotto la lente della procura di Bologna.

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