Era stata data per morta Mary Yuranda, quindicenne originaria del nord di Sumatra. Aveva 8 anni quando sparì durante lo tsunami che il 26 dicembre 2004 devastò i territori che si affacciano sull’Oceano Indiano.La ragazza però non era annegata, ed è ritornata in una caffeteria non distante da casa sua, a Meulaboh (capoluogo di West Aceh). Ha raccontato di essere stata costretta a lavorare come mendicante, ma di essere riuscita a fuggire. Ha fatto l’autostop per tornare a casa, finché un taxista si è impietosito e l’ha raccolta, mettendo fine alla sua “odissea”. Della sua famiglia di origine ricordava soltanto un nome, Ibrahim. Così la ragazzina è stata accompagnata da un uomo che porta questo nome che è risultato essere suo nonno. Wati è stata poi restituita alla sua famiglia che l’ha riconosciuta con certezza grazie a due ‘voglie’, una sul fianco e una sul collo, e a un neo sulla tempia. I genitori di Wati hanno raccontato di aver perso tutte e tre le loro figlie nello tsunami che ha provocato la morte di oltre duecentotrentamila morti nell’arcipelago asiatico.

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