A regime, le manovre estive e quella del nuovo governo porteranno a un aggiustamento superiore agli 80 miliardi. Insomma, quasi sei punti di Pil in tre anni. È una cura da cavallo. E potrebbe comunque non essere sufficiente per raggiungere l’obiettivo del bilancio in pareggio entro il 2013. Il problema è che quasi tutte le misure previste sono sul lato delle entrate, tanto che il loro peso sul Pil è destinato a salire ben oltre il 50 per cento e la pressione fiscale arriverà al 47 per cento. Sarà molto difficile far ripartire l’economia in queste condizioni.

di Tito Boeri* (lavoce.info)

A regime, le manovre estive insieme a quella del nuovo governo porteranno a un aggiustamento – tra maggiori entrate e minore spese nette – superiore agli 80 miliardi. Insomma, quasi sei punti di Pil, raggiunti in tre anni. È una cura da cavallo. E potrebbe comunque non essere sufficiente a permetterci di raggiungere l’obiettivo del bilancio in pareggio entro il 2013.

Solo tasse

Le stime del governo, infatti, non considerano gli effetti della manovra, ma solo una recessione relativamente contenuta, attorno a mezzo punto di Pil. Con una recessione del 2 per cento nel 2012, il livello centrale delle stime più recenti, e poi una stagnazione nel 2013, per centrare l’obiettivo del bilancio in pareggio occorrerebbe recuperare altri 12 miliardi.
Giulio Tremonti ha sostenuto che questa manovra, a differenza delle sue, è incentrata sulle tasse. Da che pulpito, verrebbe da dire. Vero che soprattutto nel 2012 la manovra Monti è all’80 per cento sul lato delle tasse, ma negli anni successivi il contributo delle riduzioni di spesa è destinato ad aumentare fino a un terzo dell’aggiustamento complessivo. Nelle manovre di Tremonti, il contributo delle entrate era stato ancora superiore, addirittura superiore al 100 per cento nel 2011 (quando le spese dovevano aumentare).
Comunque, anche quella di Monti rimane una manovra condotta prevalentemente sul lato delle entrate. E i tagli di spesa sono in buona parte ancora da verificare. Ad esempio, le riduzioni ai trasferimenti agli enti locali e ai costi dei ministeri sono tuttora aleatori, eppure dovrebbero portare a quasi la metà dei tagli di spesa. Anche per la spesa previdenziale bisognerà vedere come verranno rivisti i criteri di calcolo dei coefficienti di trasformazione (Coefficienti: tutto da rifare, di Sandro Gronchi).
Come risultato complessivo delle manovre, il peso delle entrate sul Pil è destinato a salire ben oltre il 50 per cento e la pressione fiscale al 47 per cento. Sarà molto difficile far ripartire l’economia in queste condizioni. È stato importante spostare, con la manovra Monti, il peso della tassazione dal lavoro alla casa. Ma anche le tasse sui patrimoni hanno effetti negativi sulla crescita. Non ci rimane che sperare nel secondo tempo del governo Monti.

2011 2012 2013 2014
Totale
maggiori entrate 2.797 42.208 58.992 62.728
minori entrate 194 3.747 8.001 10.537
entrate nette 2.603 38.461 50.991 52.191
maggiori spese 2.114 9.614 3.963 4.408
minori spese 2.352 19.614 28.998 33.436
spese nette -238 -10.000 -25.035 -29.028
saldo 2.841 48.461 76.026 81.219
contributo entrate 92% 79% 67% 64%
maggiori entrate 2.797 42.208 58.992 62.728
Aumento Irap per banche e assicurazioni 0 889 480 480
Addizionale bollo auto 50 49 49 49
Addizionale IRPEF 0 2.215 2.215 2.215
TARES 0 0 1.000 1.000
Revisione coefficienti ammortamento 0 0 0 1.312
Bollo conto deposito titoli 725 1.323 3.800 2.525
Accise benzina 0 6.919 6.563 6.687
Giochi 443 481 501 501
Riduzione agevolazioni fiscali 0 4.000 16.000 20.000
Recupero evasione 80 1.329 2.633 2.612
Contributi solidarietà 0 371 630 839
Giochi e accise tabacchi 0 1.500 1.500 1.500
Rendite finanziarie e strumenti finanziari 0 3.559 3.550 2.408
Robin tax + tassa beni lusso 0 2.253 1.347 1.350
IMU 0 11.005 11.005 11.005
IVA 700 4.236 4.236 4.236
Altro 799 2.079 3.483 4.009
minori spese 2.352 19.614 28.998 33.436
Incremento ticket 382 0 0 0
Finanziamento infrastrutture 23 252 500 800
Patto stabilità interno e tagli trasf locali 0 6.985 9.185 9.185
Previdenza 0 3.499 7.145 10.025
Pubblico impiego 0 430 2.126 2.067
Razionalizzazione AC e riduz. spese Ministeri 1.850 8.152 7.192 5.992
Spesa sanitaria 5 0 2.570 5.070
Altro 92 296 280 297
maggiori spese 2.114 9.614 3.963 4.408
Finanziamento infrastrutture e sviluppo 23 1.600 2.000 2.350
PSI enti virtuosi 0 200 0 0
Razionalizzazione Amm. Centr. 0 40 0 0
Spesa sanitaria 492 0 70 70
Fondo Ispe 835 4.850 0 0
Trasporto pubblico locale 400 1.200 1.200 1.200
Altro 364 1.724 693 788
minori entrate 194 3.747 8.001 10.537
Deducibilità IRAP 0 1.624 3.611 3.036
Clausola salvaguardia 0 720 2.881 3.600
Previdenza 6 202 437 442
Altre entrate 188 1.201 1.072 3.459

*Ph.D. in Economia alla New York University, per 10 anni è stato senior economist all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, poi consulente del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, della Commissione Europea e dell’Ufficio Internazionale del Lavoro. Oggi è professore ordinario all’Economia Bocconi, dove ha progettato e diretto il primo corso di laurea interamente in lingua inglese. E’ direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, responsabile scientifico del festival dell’economia di Trento e collabora con La Repubblica. I suoi saggi e articoli possono essere letti su www.igier.uni-bocconi.it.

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