Piacenza calcio ko, ma anche questa volta le partite non c’entrano. Sulla società biancorossa si è infatti scatenata l’ennesima bufera giudiziaria, dopo l’istanza di fallimento presentata nei giorni scorsi alla Procura.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza hanno infatti portato alla luce una maxifrode tributaria che coinvolge 22 persone tra procuratori e amministratori della società e che riduce al lumicino le speranze di salvezza per una società che ha già i libri contabili in tribunale.

Le Fiamme gialle, dopo lunghe verifiche fiscali incrociate che proseguono da marzo, hanno ipotizzato reati che riguardano l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e coinvolgono 21 procuratori sportivi operanti su tutto il territorio nazionale e anche l’amministratore delegato della società (tra il 2006 e il 2009) Maurizio Riccardi. Secondo la Guardia di Finanza, il sistema di frode utilizzato dal Piacenza calcio non è nuovo ma già usato da altre società di calcio professionale da diversi anni.

Il sistema ricostruito durante le verifiche fiscali, fa emergere una società che, per esercitare un maggiore richiamo sui calciatori, si accollava i costi relativi ai loro procuratori: con questo meccanismo i costi di competenza dei calciatori, per l’attività svolta dai loro procuratori sportivi, venivano sostenuti dalla società di calcio che, così facendo, aveva maggiore appeal sugli atleti in procinto di cambiare squadra oltre a indubbi vantaggi sul piano fiscale, aumentando indebitamente i propri costi.

In termini reali, i costi non deducibili accertati dalle Fiamme Gialle ammontano a una cosa come 345.000 euro, a cui si sommano le ritenute Irpef non operate e l’Iva non versata per 700.000 euro e, non ultimo, l’Iva dovuta superiore a 160.000 euro. Oltre a questo, c’è anche una base imponibile Irap sottratta a tassazione superiore a 1 milione di euro e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 1 milione di euro.

Dall’esame dei rapporti contrattuali di oltre 30 calciatori professionisti (alcuni dei quali attualmente in squadre di vertice del campionato italiano), sono emersi casi di frode sportiva relativi alla sottoscrizione e deposito di contratti di mandato, posti in essere da agenti e calciatori.

Un’altra mazzata, quindi, sul Piacenza calcio in giorni propriamente non facili sul piano giudiziario visto che proprio domani, alle 9.30, è previsto il pronunciamento del giudice sull’istanza di fallimento presentato nei giorni scorsi dal sostituto procuratore Antonio Colonna.

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