Si sentono abbandonati dalla Regione, dalla Provincia, dal Comune. Sono i pendolari romagnoli di Trenitalia, rappresentati dal comitato RomBo (Romagna-Bologna). Sono in tanti quelli che ogni giorno si recano nel capoluogo regionale e dall’11 dicembre, giorno in cui è entrato in vigore il nuovo orario ferroviario, tra di loro è viva la scontentezza per un servizio che ritengono penalizzi fortemente la Romagna, in particolare le province di Forlì-Cesena e Ravenna.

La protesta di RomBo si era fatta sentire già per i treni EurostarCity, che fermeranno sempre meno nel loro tragitto da Bologna verso la costa adriatica. Ora è la volta degli InterCity, troppo pochi, a detta del comitato, e con scarsissimi posti a disposizione.

Appena il 13 dicembre viale Aldo Moro ha pubblicato un comunicato stampa nel quale si annunciavano “nuovi collegamenti veloci per i pendolari della Romagna: tre coppie di InterCity Notte da e per Bologna, di cui possono usufruire i titolari della tessera annuale “Mi muovo tutto treno” e degli abbonamenti mensili Es City”.

La Regione ha fatto sapere che i nuovi orari, effetto della riprogrammazione del servizio notturno di Trenitalia, rispondono alle esigenze dei pendolari nel tratto che collega la Romagna al capoluogo regionale, garantendo un servizio dalle 6.10 alle 8.26 da Rimini e la sera per il ritorno dalle 21.03 alle 23.05.

I treni in questione sono gli IC 754, 756 e 758 per Bologna e 751, 753, 755 per Rimini e oltre: “convogli notturni –per la Regione- che dispongono di carrozze con posti a sedere di seconda classe”.

In verità -chiarisce il Comitato RomBo- “di carrozze disponibili ce n’è solo una: 72 posti a sedere per i pendolari, ossia i viaggiatori che non acquistano un biglietto per le cuccette, ma che devono usufruire del treno per recarsi a lavorare o a studiare a Bologna. Ogni mattina a Rimini, Cesena, Forli e Faenza è quasi impossibile salire su questa unica carrozza, perché già piena di viaggiatori stipati anche nel corridoio. Infatti –prosegue la nota del comitato- questi InterCity Notte sono composti dal locomotore, una sola carrozza con 12 scompartimenti da 6 posti (uno dei quali è dedicato ai controllori), 6 carrozze a cuccette sulle quali non è consentito l’accesso ai viaggiatori pendolari”.

È “l’ennesima beffa” per i viaggiatori del RomBo, che lanciano un invito sarcastico ad amministratori e politici: “Invitiamo l’assessore Peri e il presidente Errani, il presidente della provincia di Forli-Cesena Bulbi, il presidente della Provincia di Ravenna Casadio, i sindaci Gnassi, Lucchi, Balzani e Malpezzi a provare il comfort e la qualità di questi ICN”.

A raccogliere il grido di protesta dei pendolari è Alfredo Peri, assessore alla mobilità della Regione. Contattato da ilfattoquotidiano.it, dichiara: “I pendolari hanno ragione di protestare. Come Regione ci siamo attivati e il 14 dicembre abbiamo ottenuto un incontro con gli amministratori delegati di Trenitalia Mauro Moretti e Vincenzo Soprano. Abbiamo chiesto loro di aumentare le carrozze degli InterCity per i pendolari e di diminuire quelle adibite a cuccette”.

Chissà se quelli del comitato confideranno nelle parole dell’assessore? Di certo, nei confronti della linea tenuta sinora dalla Regione, il loro giudizio non è dei più entusiasti: “La nostra Regione è succube delle decisioni di Trenitalia, accetta puntualmente, diventando complice, le scelte dell’azienda e ogni anno si fa cogliere impreparata di fronte alle sue prevedibili manovre”.

L’accusa del comitato di pendolari non è più lieve nei confronti di Trenitalia. “Questi InterCity sono frutto dell’ennesima trovata dell’azienda, per tentare di rendere profittevole il trasporto notturno e contemporaneamente per dare un contentino ai pendolari. Si fermano ai nodi di collegamento con l’Alta Velocità per costringere chi deve proseguire a usufruire di treni più veloci e costosi. Nella realtà le carrozze con le cuccette sono quasi del tutto vuote e l’unica carrozza adibita al trasporto ordinario è colma per tutto il tragitto”.

Non poteva mancare una nota sui treni regionali, quelli che in tanti chiamano “carri bestiame”. Chi ha viaggiato su quelli delle 17,34 o 18,34 da Bologna per la Romagna conosce il motivo del soprannome. Una sciame umano, disposto su tutto il binario, ad aspettare un treno troppo corto. Per RomBo la colpa è della Regione, poiché “non esiste un progetto strutturato e integrato sul trasporto pubblico locale” e nello specifico chiede che “si dia corso al reale potenziamento dei regionali che viaggiano affollatissimi, con problemi evidenti di sicurezza, con meno carrozze di quelle previste, il tutto in deroga al contratto di servizio sottoscritto fra Regione e Trenitalia”.

Non ci sta l’assessore Peri a prendersi tutte le colpe. Fa capire che se la coperta è corta è soprattutto per i trasferimenti insufficienti dello Stato: “Stiamo cercando di aumentare la dotazione, sapendo che Trenitalia non fa investimenti da tempo sul materiale rotabile. La manovra del presidente del Consiglio Mario Monti ha rimediato per un 30% rispetto a quanto aveva disposto il governo Berlusconi, ma mancano ancora risorse”.

Peri rinnega anche la supposta discriminazione della parte orientale della regione, di cui viale Aldo Moro è stato accusato. Per i pendolari la Regione “privilegia costantemente l’Emilia alla Romagna, tant’è che ogni singola provincia dell’Emilia vede confermati tutti gli ES City tranne i due soppressi”. A costoro l’assessore alla mobilità risponde che “sulla questione degli EuroStar la scelta è stata di Trenitalia e che non è assolutamente vero che la Romagna venga preferita all’Emilia”.

Ora si attende la risposta di Moretti e Soprano alle richieste avanzate dalla Regione. Intanto il comitato RomBo testa i suoi fischietti, non per dare il segnale di partenza al macchinista, ma per le imminenti “manifestazioni civili” che sta organizzando, al fine “di ricordare alle amministrazioni locali il rispetto dei programmi a supporto del trasporto pubblico locale”.

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