Quante volte sentite parlare di antipolitica? Soprattutto nei periodi difficili come questo, in cui i governanti chiedono dei grossi sacrifici economici ai loro cittadini, il sentimento di repulsione contro la classe politica è fortissimo. L’esoso stipendio di parlamentari e ministri diventa il bersaglio principale del cittadino incazzato che si sente non solo spremuto come un limone ma preso in giro.

Per quanto mi riguarda, non amo l’antipolitica fine a se stessa, soprattutto quando è un mix di pressapochismo, populismo, demagogia e ritengo il “tanto son tutti uguali” dannoso oltre che inutile.

“Antipolitica” però è anche una parolina magica che spesso viene usata dai politici sotto accusa per depotenziare una sana e consapevole indignazione civile. Rabbia, indignazione e nausea. Penso sia questo lo stato d’animo che ha provato la (spero) totalità dei telespettatori della ormai famosa puntata di “Intoccabili” che ha spopolato su Youtube (prima parte, seconda parte), trasmissione condotta dal giornalista Nuzzi su La7 che ha reso pubbliche le confidenze politiche del deputato Razzi captate dalla telecamera nascosta di Franco Barbato, fino all’anno scorso collega di partito (Idv).

Ho preparato una videosintesi del “processo” in Aula all’onorevole Barbato. Segnatevi i nomi dei parlamentari che invece di indignarsi per le parole vergognose di Razzi si scandalizzano per i video intercettati di nascosto da Barbato.

Ecco alcune anticipazioni:

– on. Mussolini (PdL): Lei, signor Presidente, ha l’obbligo di denunciare il deputato! […]Ma che Presidente della Camera abbiamo, che non difende le Istituzioni alle quali appartiene?
– on. Paolini (Lega Nord): L’onorevole Barbato si dimetta e poi faccia il fotoreporter clandestino, che quella è la sua professione; e l’onorevole Di Pietro, che si richiama alla legalità, si dovrebbe ricordare anche di tutte le leggi. Non si intercettano i parlamentari, tanto meno in aula.
– on. Iannaccone (Grande Sud): Quando un collega compie un atto ignobile nei confronti di altri colleghi parlamentari […] mi chiedo, onorevole Presidente, se vogliamo arrivare all’episodio del colonnello Tejero che entrò nell’Aula del Congresso dei deputati con una pistola messa sui banchi del Governo. Un personaggio che compie atti così gravi non escludo che possa compiere atti altrettanto gravi nei confronti dei colleghi.
– on. Marini (Pd): Quando rispettiamo le istituzioni, caro collega Barbato, ci vuole anche un comportamento consono. Consentimi, collega, io ti ho sempre voluto bene, fin dall’inizio, quando sei entrato qua dentro, tu sai che ti sono stato amico. Tuttavia non ti capisco. Non puoi andare avanti così. Non lo puoi fare, perché offendi anche me, offendi quest’Aula, offendi la democrazia, offendi coloro che ti hanno eletto, anche se ti applaudono.

Per mandare un messaggio di solidarietà all’on. Barbato

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