Era un vero e proprio arsenale quello scoperto ieri sera dai carabinieri nel quartiere Casilino, a Roma: migliaia di munizioni, decine di pistole, fucili e mitragliatrici pronti a sparare, auto e moto rubate, falsi distintivi e uniformi contraffatte, parrucche, passamontagna e caschi. Una “santabarbara” dalla quale, probabilmente, si rifornivano i criminali della zona e che serviva al proprietario, il pregiudicato 48enne Claudio Nuccetelli, per mettere a segno quelle rapine che già negli anni passati gli sono costate anni di carcere. Questa volta a finire in manette è anche il figliastro Manolo Pastore, un 30enne incensurato coinvolto dal patrigno nei suoi blitz criminali.

Nuccetelli è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine ed era uscito di prigione solo nel marzo scorso. Nel maggio del 2006 fu denunciato perchè ritenuto il capo della banda che tentò il “colpo gobbo” da Bulgari, nella centralissima via dei Condotti. Assieme ad altri tre complici tentò – senza esito – di sfondare con un carro attrezzi la vetrina della celebre gioielleria romana. Qualche mese dopo fu arrestato, e poi condannato, per l’ennesima rapina, questa volta riuscita, in una banca a Passo Corese, nel Reatino. Durante la perquisizione in un garage dell’abitazione della compagna, furono ritrovate quattro pistole, munizioni, passamontagna, parrucche colorate, baffi finti, taglierini e tute azzurre. L’improvvisata armeria scoperta ieri dai carabinieri della compagnia Casilina, era stata allestita in un garage nel quartiere periferico della Capitale scoperto dai carabinieri nel corso dei controlli sul “Natale sicuro”. Un anonimo box trasformato in un vero e proprio arsenale pieno di munizioni varie, nascoste sotto il riso per proteggerle dall’umidità. I militari hanno anche ritrovato un’auto e due moto rubate, oltre a palette della protezione civile, divise da poliziotto, carabiniere e guardia giurata, oltre a caricatori e giubbotti antiproiettili.

Tutte le armi saranno ora passate sotto la lente da parte del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) che effettuerà alcune perizie per verificare se le stesse siano state usate nei recenti attentati e sparatorie che hanno scosso la città negli ultimi mesi. “A Roma ci sono sempre stati gruppi criminali particolarmente attrezzati dal punto di vista militare”, ha detto il capo della direzione distrettuale antimafia di Roma, Giancarlo Capaldo, che ha aggiunto: “La novità è l’uso più frequente alle armi per i regolamenti di conti”. E non è escluso che i due arrestati non stessero pianificando anche un attentato. “Ci sono elementi investigativi – sottolinea Capaldo – che lasciano supporre che stessero ultimando un’azione finalizzata a un omicidio”.

Il comandante provinciale dei carabinieri, Maurizio Mezzavilla, esclude per il momento collegamenti con i recenti fatti di cronaca, anche se saranno ora le indagini a stabilire la provenienza e l’utilizzo dell’arsenale, riconducibile più ad “una banda di criminali locali che ad organizzazioni legate alla malavita, come mafia, camorra o ‘ndrangheta”. E per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la scoperta dell’arsenale “è un successo strategico. Aver colpito un deposito di armi e materiali tipico di forme di criminalità organizzata apre la strada per arrivare al cuore della rete criminale che sta creando gravi problemi alla nostra città”.

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