Chiusi dentro al supermercato fino all’ora di chiusura per aver inscenato una protesta contro il caro vita e l’aumento dell’Iva al 23%. E’ successo ai seguaci di Santa Insolvenza che, armati di uno striscione e di due megafoni, si sono introdotti all’interno della Coop del Meraville di Bologna per manifestare contro la manovra Monti “che in pochi giorni ha scatenato una pioggia di rincari pesanti nelle tasche degli italiani”.

“Non vogliamo regali, ma solo riprenderci i nostri diritti” e “Mario Monti pagaci la spesa” erano gli slogan recitati da una piccola folla di giovani, circa un centinaio tra studenti e precari, che si sono dispersi tra gli scaffali colmi di beni in vista delle feste natalizie. Ma il direttore del punto vendita ha chiamato la polizia, e le forze dell’ordine hanno bloccato e identificato manifestanti e giornalisti.

Il pomeriggio è iniziato pacificamente con qualche slogan e il consueto megafono umano, intento a recitare l’ormai celebre preghiera a Santa Insolvenza. I ragazzi hanno regolarmente fatto la spesa e poi, con i carrelli, si sono recati alle casse per chiedere che a tutti i presenti nel punto vendita, quindi manifestanti e clienti, venisse applicato uno sconto del 23%, pari al valore dell’Iva, sui prodotti alimentari. “Era un gesto simbolico” spiega uno degli insolventi “per denunciare che i costi della crisi non devono essere pagati da noi. Non dai precari, non dai pensionati, ma dagli speculatori che l’hanno provocata”.

“Abbiamo scelto la Coop perché da sempre si dichiara vicina ai cittadini e qualche giorno fa avevano pure affisso i manifesti di una campagna pubblicitaria che reclamizzava solidarietà verso la popolazione afflitta dalla crisi” spiega Michele, uno dei manifestanti “ovviamente volevamo trattare, chiedevamo solo un gesto simbolico”.

A sorpresa i clienti hanno reagito all’iniziativa dimostrando solidarietà, nonostante il centinaio di insolventi avesse causato code e rallentamenti nel pagamento della spesa.

“Se potessi lo sconto glielo farei io” ha dichiarato un’anziana cliente del supermercato “hanno ragione, che siano quelli di Roma a pagare”.

“Sarei rimasta con loro” ha aggiunto una giovane mamma in fila alla cassa automatica “ma ho i bimbi e mio marito fuori che mi aspettano”.

Anche i dipendenti del punto vendita, che lunedì si erano uniti allo sciopero dei sindacati, hanno solidarizzato con i manifestanti, una vicinanza ideologica che però non ha contagiato i piani alti. Il direttore del negozio infatti è stato inamovibile e ha subito minacciato l’intervento delle forze dell’ordine.

Allora gli insolventi hanno deciso di occupare la Coop. Il supermercato è stato velocemente assediato dai seguaci della Santa, che però hanno lasciato un paio di casse aperte per consentire comunque alla clientela di portare avanti gli acquisti.

“La Coop siamo noi” gridava qualche cliente in fila col suo carrello, sventolando la tessera blu con la scritta rossa come fosse un manifesto “abbiamo diritto tutti alla quotidianità”.

La situazione si è protratta sino alle 18, tra slogan, richieste di negoziazione e qualche poliziotto che vigilava per assicurarsi che non fosse commesso alcun furto e che tutto si svolgesse in maniera tranquilla. A quel punto il direttore ha annunciato la chiusura anticipata del negozio e gli insolventi erano pronti a lasciare il punto vendita, dopo aver preso accordi con i dipendenti per tenersi in contatto in caso fossero loro decurtate dallo stipendio quelle due ore in meno di lavoro.

Questo finché il numero delle forze dell’ordine è aumentato e si è cominciato a parlare di denunce. Prima i carabinieri e la digos, poi i celerini hanno bloccato gli ingressi, in tutto circa una trentina, e su richiesta del direttore, hanno impedito il passaggio a chiunque si trovasse all’interno della Coop, quindi clienti, giornalisti e manifestanti, a meno che non fosse fornito un documento.

A nulla sono valsi i tentativi dei giovani di portare a termine almeno un acquisto ed evitare l’identificazione, in quanto liberi cittadini nell’atto di fare la spesa.

Nell’attesa, durata più di due ore, qualche genitore è intervenuto e il padre di una ragazza, appena maggiorenne, ha provato a dialogare con le forze dell’ordine per ottenere che fosse lasciata uscire. Ma senza risultato. “E’ assurdo”, ha raccontato alla stampa “stanno tenendo in ostaggio mia figlia”.

Verso le 20 i poliziotti in borghese non sapevano ancora quale reato contestare agli insolventi, identificati insieme al resto delle persone presenti in via preventiva, mentre fuori dalle porte a vetri una piccola folla di passanti si era fermata e applaudiva i manifestanti.

Infine, alle 20.30, i documenti sono stati restituiti e la folla si è dispersa tra cori e nuovi slogan, coniati per l’occasione contro la Coop.

Ora spetterà al direttore stabilire se è stato effettuato qualche danno all’interno del negozio e se procedere con una denuncia.

le foto sono di Giovanni Stinco

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