C’era una volta tutto il calcio minuto per minuto. Eh già, una volta. Perché oggi seguire una giornata di campionato è diventato un vero e proprio lavoro. Non voglio appigliarmi a inutili nostalgie di un calcio con maglie di lana e con i numeri dall’1 al 10, risulterei terribilmente anacronistico. Ma chiedere una sana domenica di calcio ci sembra pur lecito.

Va bene il posticipo della domenica, passino gli anticipi del sabato… ma l’anticipo dell’anticipo del venerdì e l’appendice del lunedì ci sembra davvero troppo. Quattro giorni per un turno di campionato che in tempi passati si sarebbe giocato tutto la domenica .

Immaginate per un momento ad accendere la radio la domenica in macchina… la voce inconfondibile del conduttore che annuncia la domenica, i campi principali collegati e i flash da quelli secondari. Si inizia alle 15… alle 17 si sta già discutendo il post partita e la nuova classifica. Ma il business è il business e allora ecco che in un turno di campionato come quello della 14ima gionata tutto cambia. Si inizia venerdì… e la classifica la conosci solo il lunedì sera. Roba da ulcere gastriche e fegati gonfi.

Ancor più divertente pensare che il lavoro di più inviati, in questo modo, lo può fare un solo giornalista. La prima è Genoa-Milan. La mattina dopo si salta in macchina, 141 km in circa un’ora e mezza e sei a Milano. La sera c’è Inter-Udinese. La mattina dopo stessa solfa, macchina, altri 142 km e in un’altra ora e mezza sei a Torino. La Juventus capolista sfida il Cesena. 243 km dopo e in circa 2 h e 30 sei a Parma, stadio Tardini. Gli emiliani ospitano il Palermo nel posticipo della domenica. Ultima tappa Roma. 4 ore e mezza di viaggio. La Lazio riceve il Novara nell’ultima gara della 14ima giornata di serie A.

Un solo inviato per 5 partite… che il governo Monti abbia deciso anche i turni di campionato?? Siamo naturalmente ironici, ma sempre più convinti che continuando così lo spezzatino si trasformi presto in stufato.

La Repubblica tradita

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