Due settimane, sul mio blog, invitai gli addetti ai lavori della politica a non sottovalutare la mossa comunicativa di Angelino Alfano: la scelta di mettere il suo iPad in bella mostra durante tutte le sue apparizioni televisive rappresentava una scelta strategica precisa, una improvvisa attenzione alla Rete (almeno dal punto di vista retorico) che obbligava tutti gli altri leader politici, di sinistra e di di destra, a decidere se dotarsi di strumenti tecnologici, come usarli e, in caso contrario, come giustificare il loro non utilizzo.

Sospendendo il giudizio sull’effettivo utilizzo da parte dei social media da parte del segretario Pdl (è ancora troppo presto per dire se Alfano sta comunicando con la Rete o sta comunicando la Rete; due concetti profondamente diversi), bisognava riconoscergli il merito di averlo fatto per primo. Lui era il leader, gli altri inseguono. In comunicazione, soprattutto in comunicazione politica, dettare l’agenda è sintomo di successo.

Tre ore dopo la pubblicazione del post lo stesso Alfano lo ha pubblicato sulla sua pagina Facebook sostenendo che una citazione di un giornalista del Fatto rappresentava la prova della bontà della sua strategia. Peccato che nell’articolo fosse scritto che Alfano è oggi il leader solo perché Berlusconi, al momento, è ancora il personaggio politico più potente della destra italiana e non per suoi particolari meriti oggettivi. Sul Fatto ho solo un blog, uno spazio di libertà e anche di potenziale contraddizione rispetto alla linea editoriale del giornale (come ha sottolineato Federico Mello sul quotidiano del giorno dopo).
La scelta di Alfano, dunque, non era finalizzata né a far leggere l’articolo ma piuttosto a ‘mettere in mezzo’ il Fatto attraverso un blogger. Lo scopo di quella mossa non era solo l’autoelogio, ma soprattutto il tentativo di accreditarsi con una stampa considerata ‘nemica’.

Fino a ieri non ero certo di questa analisi, ma oggi sento di potermi sbilanciare. Ieri, durante la prima puntata di Kalispera,  la giornalista Alessandra Menzani di Libero, che insieme al Giornale aveva dedicato un articolo di giornale all’interesse del Fatto per l’iPad di Alfano (confortando ulteriormente l’idea che ci fosse una precisa strategia di comunicazione dietro), ha nuovamente citato Il Fatto Quotidiano. La Menzani era la responsabile al racconto in diretta dell’attività sui social media legata alla diretta di Kalispera. Interrogata a intervalli regolari da Signorini, scrutava il suo iPad per raccontare che ‘il popolo di Facebook e Twitter è impazzito’ (la verità è un’altra, basta guardare i tweets con l’hashtag #kalispera) e proprio per provare a dimostrare l’apprezzamento incondizionato per il programma di Canale5, ha citato ‘un giornalista del Fatto’ non meglio citato, che ‘di solito è avvelenato con noi ma che oggi ha molto apprezzato l’intervista alla famiglia Simoncelli’.

Io considero uniforme l’analisi strategica della comunicazione del Pdl e di Mediaset: l’editore è lo stesso, non potrebbe essere diversamente. E per questo vedo una continuità tra i due episodi, così come me ne aspetto molti altri ancora. Appuntamento alla prossima puntata, cari lettori del Fatto.

Articolo Precedente

Mediaset, i lavoratori di Videonews
entrano in “agitazione permanente”

next
Articolo Successivo

Cicciolina e il caso Corona-Belen: Signorini rilancia in tv il modello berlusconiano

next