Il concorso è viziato da irregolarità evidenti ed è da rifare. Il Tar lombardo accoglie il ricorso di un candidato escluso dalla gara indetta dalla Provincia di Milano per individuare il nuovo direttore generale dell’agenzia per il lavoro Afol. Concorso subito contestato per il sospetto che fosse stato costruito “su misura” di Luigi Degan, uomo vicino al presidente della giunta provinciale Guido Podestà. All’apertura della busta con il nome del vincitore sono scattati il ricorso di uno dei 24 esclusi e un esposto da parte dell’opposizione di centro sinistra. Di più. Proprio per dimostrare che il vincitore era stato deciso a tavolino prima della prova, un mese prima dell’apertura delle buste i consiglieri del Pd Matteo Mauri ed Ezio Casati avevano depositato il 9 febbraio presso un notaio una scrittura contenente il nome del “prescelto” (leggi il documento).

Il 4 marzo la giunta di Podestà nominerà effettivamente Luigi Degan come neo direttore. Ora arriva il Tar a mettere una parola chiara sulla vicenda con una pronuncia che imbarazza non poco la giunta di centrodestra e ovviamente soddisfa l’opposizione che chiede a Podestà di azzerare i vertici Afol e procedere a nuova nomina.

Si attendono anche sviluppi sul fronte giudiziario annunciati dal blitz della Guardia di Finanza in via Vivaio, alla sede della presidenza del Consiglio provinciale. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato il fascicolo relativo al concorso e in particolare alla mozione di sfiducia dell’intero Cda di Afol per aver ostacolato la visione degli atti relativi al concorso da parte dei consiglieri dell’opposizione, convinti dell’irregolarità della procedura dalla prima ora.

La reazione di Degan è stata composta: “Sono sereno, farò ricorso al Consiglio di Stato”, dice. Nel merito il Tar ha dato ragione al candidato che si era rivolto alla giustizia amministrativa animato dalla stessa convinzione che Degan non avesse i requisiti per partecipare (e tanto mento per vincere) e che tutta l’operazione di selezione fosse solo una messa in scena. Da qui la richiesta di annullamento.

Quattro le contestazioni avanzate. La commissione avrebbe chiesto in corso d’opera all’amministrazione ulteriori indicazioni circa i requisiti dei candidati introducendo nuovi criteri di valutazione (favorevoli a Degan). Nonostante le sue richieste al candidato escluso non sono mai state rese note le motivazioni della decisione. Terzo, aver motivato la preferenza del Degan proprio in ragione dello specifico possesso di una competenza di cui Degan era invece carente, ossia “qualificata e pluriennale esperienza, almeno di 5 anni, nel coordinamento direzionale di strutture tecnico-gestionali complesse, con poteri di direttiva e spiccate competenze nel ramo del lavoro e della formazione professionale”. Insomma abbastanza per i giudici per ritenere il concorso viziato.

Dirimente, nella definizione del giudizio, la verifica delle effettive competenze del vincitore. Degan risulta persona qualificata, certo, peccato che il suo cv sia stato “gonfiato” ad arte perché avesse i requisiti che altrimenti non avrebbe mai avuto necessari ad accedere al concorso. A rivelarlo sono gli stessi ex datori di lavoro del funzionario interpellati sul punto da una richiesta ufficiale del Presidente della Commissione Garanzia e Controllo della Consiglio provinciale. Degan ha effettivamente lavorato presso il Centro Studi Adapt, Associazione per gli Studi Internazionali e Comparati sul Diritto del Lavoro e sulle Relazione industriali tra il 2002 e il 2004 e presso Confindustria Bergamo dal 2007 al 2011.

Ma queste esperienze, oltre ad essere evidentemente non aderenti al profilo ed ai requisiti di ammissione richiesti, risultano anche non veritiere. Presso Confindustria, è risultato dalle indagini successive, Degan era un semplice funzionario amministrativo e presso Adapt svolgeva un lavoro di classico “assistente universitario”. Non certo quel ruolo di “coordinamento direzionale di strutture tecnico-direzionali” con il quale si è assimilato il lavoro di Degan al requisito del bando nel “vantare una qualificata e pluriennale esperienza, di almeno 5 anni, nel coordinamento direzionale di strutture tecnico gestionali complesse, con poteri di direttiva e spiccate competenze nel ramo del lavoro e della Formazione Professionale”.

Tranciante una dichiarazione del Professor Michele Tiraboschi, direttore scientifico di Adapt che pur esprimendo apprezzamenti sul lavoro svolto dal Degan presso Adapt, esclude che questi abbia svolto alcuna attività di coordinamento direzionale di strutture tecnico gestionali complesse con poteri di direttiva e tanto meno di spesa come chiedeva il bando provinciale e attestava il cv del candidato. Adapt al tempo inoltre, per stessa dichiarazione del professor Tiraboschi, era una esile struttura che contava tre dipendenti, alcune collaborazioni e stagisti. Non certo quella “struttura tecnico gestionale complessa” indicata tra i requisiti del concorso.

IL DISOBBEDIENTE

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